"Dalla visione utopica alla base di Internet ad oggi. @Max_Carboni
ripercorre il cambiamento di #internet da bene comune a dominio di pochi grandi player, con una perdita di know-how da parte della ricerca. Servono nuove competenze per guidare il futuro #confgarr22" https://invidious.snopyta.org/watch?v=MO_KuNjMjj8 da da 1:00.10 - Che interesse abbiamo a plasmare competenze e ambienti di lavoro al servizio di aziende nord-americane? Vale la pena ascoltare anche la discussione: le piattaforme non sono un servizio che si compra ma un valore da costruire e condividere.
Vale forse la pena sottolineare che la confusione fra virtuale e reale, checché ne pensi Floridi, è molto più antica - anche se il "virtuale" non era esito di un'elaborazione informatica, bensì artistica (mimesis: https://btfp.sp.unipi.it/dida/resp/ar01s48.xhtml), ma in grado di dare un'impressione di realtà al di sotto della soglia di consapevolezza critica degli utilizzatori.
Il problema della costruzione sociale di uno spazio cognitivo collettivo non manipolatorio è antico quanto la cultura umana. Credere che si tratti di una questione nuova e inusitata, invece che la specificazione e l'approfondimento di una questione vecchia, ci sottrae l'eredità dell'armamentario filosofico con cui era stata discussa in passato.