Nel suo discorso di fine anno il presidente Mattarella afferma il ruolo di guida, di bussola della Costituzione. E naturalmente fa bene: è il suo lavoro.
E tuttavia il fatto che "nell’arco di pochi anni si sono alternate al governo pressoché tutte le forze politiche presenti in Parlamento" non dimostra affatto che la nostra è "una democrazia matura, compiuta". Dimostra piuttosto che il nostro è un paese fortemente instabile. Ma soprattutto dimostra la fragilità della Costituzione. Perché se la dodicesima disposizione transitoria e finale fosse stata applicata, il MSI non sarebbe mai esistito e non esisterebbe oggi Fratelli d'Italia. L'Italia è un paese in cui, in spregio alla Costituzione, è stato ed è consentito di presentarsi alle elezioni anche a forze apertamente neofasciste come CasaPound e Forza Nuova (dalle ultime elezioni quest'ultima è stata esclusa per ragioni banalmente procedurali).
La disoccupazione, le disuguaglianze e la povertà, di cui parla Mattarella, dimostrano ancora che la Costituzione non viene applicata; e non ha molto senso affermare che "ci guida ancora". No: non ci guida. Non ci ha mai guidato. A Danilo Dolci, che aveva portato i disoccupati di Partinico a lavorare in una trazzera per rivendicare lavoro, il giudice spiegò che non aveva senso appellarsi al diritto costituzionale al lavoro, perché quello che afferma la Costituzione è un diritto solo generico, da cui non discende alcun obbligo reale.
Per affrontare povertà, disoccupazione e disuguaglianze avremmo bisogno dei cento miliardi di euro che lo Stato perde ogni anno perché non vuole combattere l'evezione fiscale. Si mettono le mani nei capelli, i miei studenti, quando confronto con loro i dati sull'evasione fiscale in Italia con quelli degli altri stati europei. E anche questo è fatto in disprezzo aperto della Costituzione.
Quindi no: la Costituzione non ci guida. La Costituzione è per gli italiani quello che il Vangelo è per i credenti: un testo rispettabile, rispettabilissimo, da tenere però a rispettosa distanza.