Cinque ragioni per le quali non ho mai amato De Andrè.

1. È stato un musicista mediocre. Dal punto di vista strettamente musicale un Lucio Dalla era infinitamente più avanti di lui. Per avere una versione ascoltabile delle sue canzoni migliori c'è stato bisogno della PFM.

2. Ha copiato a man bassa, da Leonard Cohen a Brassens. In Italia è sembrato originale perché l'Italia è il paese in cui Elvis può sembrare uno che imita Little Tony.

3. La sua visione del mondo ipersemplificata - di qui i poveri, gli umili e gli esclusi, di là i borghesi - è superficiale, e dunque volgare.

4. Il suo essere antiborghese è un equivoco. Perché stereotipata e sentimentale, la sua visione della società è interamente borghese. Non a caso i proletari non lo hanno mai ascoltato. L'ascolto di De Andrè era, dalle mie parti, un test infallibile di provenienza borghese. Non c'è opposizione autentica alla borghesia che non parta dal riconoscimento della sua grandezza e del suo straordinario ruolo storico - a partire da Marx ed Engels. De Andrè serve ai piccolo borghesi per sentirsi romanticamente un po' proletari.

5. La maggior parte delle sue canzoni sono semplicemente di una noia mortale.

@naciketas mi permetto di dissentire. Avresti risparmiato tempo dicendo semplicemente "non mi piace". È legittimo. Naturalmente non sono d'accordo su nessuna delle tue argomentazioni.

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@afajlla Permettimi: sono l'unico a decidere quale uso fare del mio tempo. Tu avresti fatto bene a impiegare tre minuti in più e spiegare perché non sei d'accordo. Ma in fondo anche tu...

@naciketas @afajlla Perdonami tu: per dire di non essere d'accordo su nessuna delle tue affermazioni non occorre dire molto altro.

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