Io continuo invece a trovare singolare la differenza tra oggi e i tempi della guerra in Iraq (o anche nella ex-Jugoslavia). Allora si trattava della guerra contro un dittatore come Saddam Hussein, eppure in piazza nessuno parlare di "non annichilire militarmente l'avversario", così come nessuno ricordava che be', in fondo quella irachena non era proprio una democrazia.
L'annichilimento militare dell'avversario mi sembra una prospettiva remota. Si tratta piuttosto di non lasciarsi annichilire. Vedo che PeaceLink pubblica con un certo piacere, e in modo quasi ossessivo, notizie sul fallimento della controffensiva ucraina.
La cautela nei confronti di Putin è esattamente ciò che ci ha portato a questo punto. Perché che le idee di Putin siano apertamente fasciste è noto a tutti - il suo ideologo, Alexandr Dugin, circola da tempo in Italia -, che abbia cercato di destabilizzare diversi paesi europei e non, finanziando i movimenti di estrema destra anche. Così come sappiamo bene cosa ha fatto in Cecenia.
La situazione è questa: c'è un paese fascista che sta massacrando la popolazione civile dell'Ucraina, che ha già subito un genocidio nel secolo scorso, e i pacifisti ripetono follemente gli slogan di trent'anni fa. E' il suicido del pacifismo e della nonviolenza.