Una riflessione critica su: repubblica.it/tecnologia/blog/

Per amor di discussione, immaginiamo che le cose non stiamo come dice Stefania Maurizi nitter.snopyta.org/SMaurizi/st, e che Assange, cittadino australiano, possa aver violato una legge americana.

Sarebbe allora corretto sostenere, come Andrea Monti, che Assange dovrebbe sottoporsi al processo perché:
a) ha violato una legge per motivi etici ma
b) se si tratta l'etica come superiore al diritto, si nega lo stato di diritto e si legittima ogni genere di violazione
c) e si toglie ai giudici statunitensi l'occasione di dichiarare incostituzionali le norme eticamente ingiuste in base alle quale lo si accusa?

Negli anni della detenzione preventiva di Assange, almeno secondo l'ONU (news.un.org/en/story/2020/12/1) sono state violate anche delle garanzie procedurali. Ma mettiamo anche questo aspetto fra parentesi, e concentriamoci sul cuore dell'argomento, vale a dire che proprio *il tribunale statunitense sia il luogo per ricondurre l'etica a diritto*, anche se Assange è un cittadino australiano e il diritto di cui si parla è quello degli USA.

La controversia, qui, a ben vedere, non è una questione di diritto interno, perché oppone un cittadino australiano a uno stato terzo.

Se fosse in vigore una costituzione federale cosmopolitica, dotata di un tribunale indipendente e terzo fra le parti, in grado di dirimere le controversie fra stati e anche fra individui e stati, Andrea Monti non avrebbe torto.

In mancanza di un ordinamento giuridico cosmopolitico, però, ci troviamo in una situazione in cui il conflitto non è fra diritto ed etica, bensì **fra il diritto interno di un singolo stato, e l'etica di un cittadino straniero**.

A che titolo gli USA pretendono di essere il tribunale del mondo?
Senza una costituzione mondiale, l'unico titolo è quello della forza (e della sudditanza degli stati che la temono). Kant, che pure sognava un ordinamento giuridico cosmopolitico, avrebbe ravvisato in questo atteggiamento non il germe di una repubblica federale mondiale, ma di un dispotismo globale (v. btfp.sp.unipi.it/dida/kant_7/a punto 2 e la citazione di Bobbio in nota)

@mcp_ Basta leggere l'articolo di Glen Grenwald per capire quanto si sbagli Andrea Monti (link all'originale dopo i ltitolo): resolutions.it/nextcloud/index

@mcp_ In particolare. "La legge del 1917, in altre parole, è stata scritta per offrire solo processi di facciata, ma non processi equi. Nessuna persona sana di mente si sottoporrebbe volentieri a un processo e all'ergastolo nei più duri penitenziari americani in base a un'accusa mossa da questa legge fondamentalmente corrotta."

@rresoli Monti riconosce l'iniquità dell'Espionage Act, ma ritiene che sia doveroso affrontare il processo per farlo dichiarare incostituzionale *nel* diritto e non tramite l'elusione il diritto. Ho provato a prendere sul serio il suo argomento per dimostrare che regge solo col presupposto tacito - e imperialistico - che la legge degli USA sia la legge del mondo e il tribunale degli USA sia il tribunale del mondo.

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@rresoli Non so se Monti avrebbe considerato l'ordinamento della Germania nazista come legittimo. Se sì, avrebbe suggerito a Eichmann di disubbidire agli ordini e farsi processare.
Nel caso di Assange, Monti dà un suggerimento analogo perché considera tacitamente legittimo non solo l'ordinamento giuridico statunitense, ma anche la sua proiezione esterna imperiale - benché fondata sulla forza e non sul diritto, in mancanza di una costituzione cosmopolitica mondiale.

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