@Eh__tweet @senzapretese@mastodon.uno Non è il problema. Anzi, per ragioni che spiego nell'articolo, è una risorsa.
@Eh__tweet @senzapretese@mastodon.uno Quello che dico è che dietro il secondo problema c'è un terzo problema, che è il _vero_ problema. Se uno studente imbroglia, vuol dire che non è realmente interessato ad imparare e viene a scuola solo per prendere voti.
@naciketas @senzapretese
Capisco, anche se la scuola noiosa non è neanche l'unico problema dietro alla scelta di barare. Penso a certi ragazzi caricati a molla dall'ambiente familiare/sociale per eccellere non solo a scuola, ma nello sport, la musica, l'associazionismo etc, per cui barare diventa una reazione allo sfinimento e all'ansia da prestazione.
Comunque, se il concetto è che all'origine del problema dell'imbroglio in sé c'è sempre un altro problema, ok, concordo.
@Eh__tweet @senzapretese@mastodon.uno La scuola è una istituzione fondata su premesse contraddittorie. Sappiamo che non c'è reale apprendimento senza interesse. Ma è impossibile avere interesse per undici discipline, e per _tutti_ gli argomenti di quelle discipline. Nemmeno a me interessano _tutti_ gli argomenti del corso di filosofia e di scienze umane. Dunque si costringe lo studente a ricorrere alla finzione: si finge di imparare.
Ha poco senso anche concentrate tutta la formazione nei primi anni. È come se si costringesse la gente a grandi abbuffate nei primi anni e a un prolungato digiuno nel resto della vita.
@naciketas @senzapretese
Sì, ho letto, ma è una risorsa se e quando usata nei modi virtuosi che usi come esempio. Il che non esclude l'uso non virtuoso che temono altri (è la vecchia storia dello strumento che può essere usato a fin di bene o per il male).
La dicotomia troppo netta, per mettere in evidenza un problema (la sperequazione sociale) in contrapposizione a un altro, ha (anche) l'effetto (apparente e involontario) di negare il secondo problema, no?