Tutti i ragazzini che seguo al doposcuola sono al liceo, ma non sanno distinguere sostantivo da aggettivo, non sanno identificare un modo verbale, non sanno scrivere se non in stampatello maiuscolo e non sanno leggere la scrittura corsiva. Se hanno per compito da studiare due pagine (anzi, due facciate) dicono che è troppo e vogliono la mappa concettuale, non hanno memoria (deduco non abbiano mai imparato poesie da bambini), sono incapaci di collocare date ed eventi nel continuum spazio-temporale (es. Non capiscono che il 1948 è dopo il 1789 e quindi non sanno studiare la storia).
Io sto male a vedere tutto ciò, mi dicono che sono conservatore ma porcodio, se questa è la nuova scuola ridatemi Gentile.
@neurob TI percepisco molto, moltissimo. Questo è anche il risultato delle politiche schiacciate su visione tendenziosa e strumentale del "no al nozionismo" (cioè sì alla fuffa, in pratica), ai piani di studio personalizzati alla volemose bene, al progressivo sbilanciamento a favore della PSEUDO concezione pratico-tecnologica dell'istruzione. Sviluppo della facoltà di linguaggio (con cui, te guarda a volte la vita, ce fai proprio tutto), non più pervenuta. E io mi ritrovo con studenti in uni che agli scritti creano mostruosità, che hanno crisi d'ansia per la qualunque, e mi ritrovo pure a dare lezioni di comprensione del testo, per studenti che non riescono a entrare a scienze dell'educazione. Me vie' da piagne', veramente.
@UtenteDisattivata
Proprio in questo momento sto correggendo scritti di storia (italiano per storici, università francese) del primo anno di specialistica. Al netto di errori non gravi in italiano (che ci stanno), quello che manca di più è la capacità di strutturare un testo in maniera logica e sensata, argomentando. E questo non è un problema legato all'apprendimento di una lingua straniera (o se lo è, lo è in minima parte).
@neurob
@neurob @kappazeta @UtenteDisattivata @Folagra
"La fatica dello studio è una cosa di sinistra, perché sviluppa la natura umana, e ti rende consapevole di ciò che sei."
Avevo una studentessa che voleva 10 a ogni costo. "Che devo fare per prendere dieci?" Tu le davi un libro di duecento pagine. Lei se lo studiava. Tu le davi dieci. Aveva faticato tantissimo, in effetti. Una volta preso il 10 cancellava tutto. Le cose immagazzinate in memoria occupavano troppo spazio, e in mancanza di qualsiasi interesse cancellarle era la cosa più economica.