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[Mail al mio collegio dei docenti, dopo aver spiegato in presenza perché ho votato contro il piano Scuola 4.0]

Non ho nulla contro la tecnologia in sé, come ho detto in Collegio. Ho molto contro una certa concezione della tecnologia. Così come non mi piace che a scuola vi siano libri di testo. Non c’è nulla di più umiliante, per un docente, di dover spiegare il libro di testo, e ho sempre trovato singolare che questa umiliazione non sia percepita come tale e si vada invece sempre alla ricerca del libro più aggiornato, più completo, più prestigioso - e più costoso. Mi piace l’idea delle scuole come comunità che creano il sapere e lo condividono: e che dunque i libri di testo, se proprio ne avvertono il bisogno, lo scrivono da sé. E poi lo condividono. È la vecchia pedagogia cooperativa di Freinet. Mi piace l’idea di scuole nelle quali gli strumenti informatici vengono dominati. In cui un documento si scrive in markdown utilizzando non Word né OpenOffice, ma un semplice bloc-notes; e se occorre si converte poi con Pandoc. Mi piace l’informatica low cost. Mi piace l’idea di scuole nelle quali si educa a evitare qualsiasi spreco di hardware, invece di acquistare hardware sempre più costoso. Il mondo dell’informatica - a proposito di politica - è quello in cui è più ampiamente praticato il dono. Ci sono migliaia di programmatori in tutto il mondo che lavorano quotidianamente per mettere a disposizione di tutti gratis strumenti informatici anche molto raffinati. E rilasciano i programmi con licenze che consentono all’utente di modificarli, se lo vogliono. Anni fa al liceo “Lanza” di Foggia uno studente scrisse una mail a Richard Stallman, uno dei padri del software libero e delle licenze libere. Lo invitò a tenere una conferenza nel suo liceo. Stallman accettò subito. Chiese solo il rimborso delle spese d’aereo; fu ospitato a casa dello studente. E fece una lezione bellissima.

Ho provato a parlare al preside di tutto questo. Ha scosso la testa. E’ difficile. Chiedo troppo. Il markdown? Chi lo ha mai sentito? In realtà lo usate già quando scrivete su WhatsApp. Mettete un asterisco prima e dopo una parola e quella diventa in corsivo. Markdown. Ma vuoi mettere un visore? Vuoi mettere portare uno studente nel bel mezzo di una strada dell’antica Roma, così ci risparmiamo anche la gita a Pompei? Non avrà la minima idea di come è stato fatto quel software, ma sarà estremamente eccitante.

Tra le altre cose, durante una delle riunioni del PNRR - quella con *** che poverino provava a spiegarci che prima decidi che didattica vuoi fare, poi compri l’hardware e il software, se proprio non vuoi software libero - è emerso che in fondo non sarebbe una cattiva idea sostituire un docente con un video. Basta prendere il più bravo che insegna filosofia e far vedere agli studenti i suoi video. E al posto del docente in presenza mettiamo magari un tutor sottopagato, che si occupi solo della sorveglianza degli studenti durante la visione, somministrando un test ogni tanto. I processi che stiamo avviando vanno in questa direzione. L’apprendimento per immersione sarà pienamente possibile, tra qualche anno, senza quasi nessun apporto umano. La domanda che dovremmo porci è cosa possiamo dare ai nostri studenti che non può dare né un video né una intelligenza artificiale. Io una risposta l’ho.

@naciketas è un post pazzesco..dovrebbe diventare il manifesto dell'umanesimo digitale, mette insieme stallman e francesco d'Assisi, passando per Socrate ☺️
Tanta tanta tanta roba!

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