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==SPOILER==
C’è questa donna picchiata dal marito. Il cinema italiano non è in grado di mostrarci una donna realmente picchiata dal marito; per cui, nonostante l’omaggio al neorealismo, nel film di Cortellesi le botte sono a passi di danza. Questa donna, così infelice, ha una possibile via d’uscita: un suo ex fidanzato che la porterebbe via con sé. E lei si decide a prenderla, questa via d’uscita: e lo spettatore pregusta l’happy end. Ma ecco che avviene l’imprevisto, e la via d’uscita si richiude, e pare che non vi sia speranza. Ma giammai. “C’è ancora domani”, annuncia la protagonista. E lo spettatore immagina che domani, per chissà quale misterioso meccanismo - in fondo è la funzione di sceneggiatori e registi, escogitare misteriosi meccanismi - la nostra protagonista riuscirà e ricongiungersi al suo salvatore. Ma no. Domani è il giorno del voto. Del primo voto per le donne.
La via d’uscita per le donne, dice Cortellesi, non è romantica. Non è in un uomo che sostituisce un altro uomo, e può essere che non sia migliore di lui (come dimostra il fidanzato della figlia della protagonista). La via d’uscita è politica. E questo è un bel messaggio, senza alcun dubbio. E qui lo spettatore, spiazzato, applaude.
A me il film non è piaciuto. E non perché dica che la via d’uscita è politica. Ma perché lo dice in modo banale. Perché pensa in modo banale la politica. Nella direzione, per intenderci, delle commosse letture della Costituzione del tardo Benigni. Quello che non torna è che questa politica non ha cambiato nulla per le donne. Il primo voto delle donne ha portato al potere una classe politica di uomini. Ai quali sono seguiti altri uomini, e poi altri uomini ancora. Uomini corrottissimi, violenti, criminali, mafiosi. Per cui no: il voto non è l’atto liberatorio che il film vuole far credere. Non lo è mai stato, né lo sarà mai. Non lo sarebbe nemmeno se avessimo una classe politica degna di questo nome, e non la scelta imbarazzante tra gli idioti, i professionisti della politica e i criminali.
Quello che il film non dice è che certe ferite della società - e la violenza patriarcale è la più grave - vanno affrontate a livello di società. La narrazione rassicurante è che le donne potranno affidare serene e fiduciose la loro causa ai politici. Ma non funziona così. Qualsiasi società che speri di cambiare attraverso i partiti politici è destinata a replicare sé stessa. Una società si cambia stando nelle relazioni sociali, non appellandosi a un’istanza superiore. Per questo il film, comunque lo si giudichi dal punto di vista estetico, è politicamente superficiale.

@naciketas anche se il film mi è piaciuto, rispetto molto anche questo tipo di lettura, amara e reale. Vero è che la sfiducia politica è ormai ai massimi per i motivi che tu spieghi. Se in un futuro si creasse un sistema di relazioni umane migliori, forse anche la politica cambierebbe come percezione e modalità

@naciketas Doveva lanciare questo messaggio: possiamo risolvere il problema del patriarcato solo attraverso le istituzioni europee, con un esercito comune e istituzioni in grado di contare maggiormente nella diplomazia internazionale e questo possiamo farlo intanto in Italia votando nella direzione di consolidare un terzo polo con Renzi, Calenda e +Europa, sotto la guida di Mario Draghi. Ma niente, sempre compitini generici. Se avró modo di parlare con la Cortellesi le proporró questo seguito.

@naciketas Va bé ci vado ma spero si sia capito il sarcasmo nei confronti di un film il cui messaggio é risolvere i problemi votando. Anzi, non spero nulla, come disse il poeta cipriota.

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