@Cincia
"Lo straniero non aveva nessun diritto sopra l'opinione, l'amore, il favore degli antichi. E parlo
degli antichi nelle nazioni più colte e civili, e in queste, degli uomini più grandi, colti, ed anche
illuminati e filosofi. Anzi la filosofia di allora (che dava molto più nel segno della presente) insegnava e inculcava l'odio nazionale e individuale dello straniero, come di prima necessità alla conservaz. dello stato, della indipendenza, e della grandezza della patria. Lo straniero non era considerato come proprio simile. La sfera dei
prossimi, la sfera dei doveri, della giustizia, dell' onesto, delle virtù, dell'onore, della gloria stessa, e dell'ambizione; delle leggi ec. tutto era rinchiuso dentro i limiti della propria patria, e questa sovente non si estendeva più che una città. Il diritto delle genti non esisteva, o in piccolissima parte, e per certi rapporti necessari, e dove il danno sarebbe stato comune se non avesse esistito."
Leopardi, _Zibaldone_, 872-911.
@naciketas@qoto.org A occhio e croce, direi di no.