Con il consueto equilibrio Matteo Salvini ha commentato il caso di Ilaria Salis, la donna italiana condotta in tribunale con i ceppi in Ungheria perché accusata di aver aggredito dei neonazisti durante una manifestazione. S’è detto scandalizzato, Salvini, perché “questa Salis” fa la maestra: lui ha evidentemente un’altra idea di come dev’essere una brava maestra italiana. E la cosa non sorprende. Quello che un po’ sorprende, perfino in Salvini, è che abbandoni del tutto, perfino cercando di screditarla con una notizia falsa (quella di una passata aggressione a un banchetto della Lega, per la quale la donna è stata assolta), una cittadina italiana:
>Ma quella donna se è colpevole deve pagare. E se il reato l’ha commesso in Ungheria deve essere processata in Ungheria. La sinistra ci dice sempre che dobbiamo rispettare la magistratura, ecco, allora rispettino anche la magistratura ungherese.

Non si può fare a meno di ripensare alla reazione ben diversa che Salvini ebbe quando il Tribunale del Mare condanno a restare per altri due anni in India i due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, che in India non avevano malmenato qualche neonazista, ma avevano ucciso due pescatori. Allora i giornali lo descrivevano come “sconcertato e infuriato”. Al Tempo aveva dichiarato:

>È un caso emblematico del peso politico dell’Italia nel mondo prima di tutto. E ciò si ripercuote nelle misure che danneggiano la nostra agricoltura, la nostra industria, il nostro mercato. […] La storia dei servizi segreti di mezzo mondo dimostra che quando vuoi portare a casa qualcuno, o vuoi catturare una persona in territorio straniero si fa. Se si vuole.

Nella visione del mondo di Salvini due marò accusati di omicidio sono italiani, italiani veri, e come tali vanno difesi contro ogni evidenza, e a costo di rompere le relazioni con uno dei più importanti stati mondiali. Una maestra antifascista invece non è nemmeno italiana: e va abbandonata a sé stessa. Anzi: attaccata pubblicamente per indebolirla ulteriormente.
Non esistono, per Salvini e per la nuova destra italiana, gli italiani. Esistono i suoi italiani. E solo quelli vanno difesi. La sua italianità è un grumo di merda tradizionalista, che raccoglie l’eredità schifosa del cattofascismo in una surreale, penosa, ridicola versione 2.0, in lotta aperta e risentita contro tutto quello che, nonostante tutto, il nostro Paese è riuscito a conquistare negli anni sul piano dei diritti civili.>

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