Parlavo con un giovane uomo, quasi un ragazzo ancora, uno di quelli che per riprendersi la vita ha finito per mettersi nei casini. Quando hai un padre che ti rimanda un senso di disprezzo ogni volta che scegli in base ai tuoi gusti, alle tue esigenze e aspirazioni, fino a negarti gli aiuti necessari per realizzare i tuoi sogni solo perché non hanno alcun valore per lui, è difficile immaginare che si possa essere felici per la felicità dell'altro e che quella felicità non va né spiegata né per forza capita ma semplicemente accolta. Gli si sono illuminati gli occhi quando si è reso conto che stava facendo ad altri esattamente quello che aveva subito e tacitamente imparato ad attuare da suo padre. Essere felici della felicità di un altro è per molti una scoperta che passa per l'accettare il mistero dell'altro in quanto altro da me, un mistero del quale si finisce per essere parte proprio nella condivisione di una inaspettata e inspiegabile felicità.