Che il nostro volto, sottraendosi al possesso e al nostro potere, sia sempre appartenuto ad altri è un tema bellissimo sul quale Lévinas ci ha insegnato a meditare:
«Ma se la libertà mi situa sfacciatamente di fronte al non-io, in me e fuori di me, se essa consiste nel negarlo o nel possederlo, di fronte ad Altri essa indietreggia.»
---[E. Lévinas, Totalità e infinito, Jaca Book, Milano 1980, pag. 86]
Dopodiché, non è indifferente chi sia l'Altro. Quando l'altro è una istituzione, un'azienda o una qualche forma di potere organizzato la situazione cambia e invoca il problema del rapporto tra vigilanza e sospetto. La vigilanza deve fondarsi sulla responsabilità, sul rispetto e la fiducia nell'altro (ruoli, istituzioni, persone). Quando fiducia e rispetto vengono meno la vigilanza diventa sospetto e l'accesso al volto dell'altro entra in dinamiche pericolose. Anche l'anonimato, per quanto possibile, acquista un diverso significato. È fondamentale cercare di comprendere come e quando saltano i rapporti di fiducia - nelle relazioni, nelle organizzazioni, nei contesti sociali e istituzionali. Quanto le tecnologie a nostra disposizione, i dispositivi e i contesti che generano, possono aiutare? Quando, come e dove diventano strumenti di controllo e di potere?
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