L’anoressia nervosa è difficile da gestire. Gli attuali approcci terapeutici hanno tassi di recidiva fino al 52%, questo la dice lunga su quanto siano poco fondati i modelli di riferimento. Pensare di ottenere risultati migliori ignorando la fenomenologia del disturbo in ogni singola esperienza di vita in cui prende forma per correre dietro all’ennesimo meccanismo, è davvero ingenuo.
La vita nell’anoressia nervosa è ridotta alla gestione quotidiana della fame, 24 ore su 24 e per l’intera settimana. Nell’anoressia il senso terribile della fame e la gestione dei rituali intorno al cibo chiudono ad ogni altra possibilità d’essere lasciando il mondo intero a una distanza siderale. È questa la fenomenologia che va compresa e gestita, in ogni singola vita: come accade che l’accesso alle proprie possibilità d’essere sia ridotto ad affamarsi, alla gestione di rituali sul cibo per demarcarsi dal mondo e da una alterità?
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https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38175645/