«Il continuo, caotico, disturbante flusso di informazioni e dati genera le non-cose, che distolgono dalle cose, quelle tangibili, dal loro potere, dalla loro magia.
Perché riserviamo loro un’attenzione costante e frenetica? Perché tutto ciò che stabilizza la vita umana è impegnativo: prevede legami, vincoli, riti e tempi lenti, non si fonda sulla contingenza, sul sensazionalismo immediato.
La soluzione? Indugiare: quel guardare contemplativo, senza secondi fini, le cose silenziose, poco appariscenti, ordinarie. E mettersi in ascolto di noi e degli altri.»
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