« [...] Gli individui subiscono la flessibilità produttiva nella forma di una devastante incertezza esistenziale che può declinarsi in diversi modi: qualcuno si trascina il lavoro a casa e in vacanza, qualcun altro si dispera nella ricerca di un impiego, altri ancora si consumano in un disumano iperattivismo sul luogo di lavoro. Certamente, in questa condizione di instabilità generalizzata risulta molto difficile trovare una dimensione entro cui elaborare il senso di un progetto personale, a medio e a lungo termine. Il luogo della soggettivazione, oggi, appare dislocato sempre più allʼesterno del mondo del lavoro, in un altrove difficilmente individuabile, ma senz’altro più vicino alla sfera del consumo, della comunicazione e agli altri ambiti di vita extra-lavorativi. Ambiti caratterizzati da relazioni sociali qualitativamente instabili che non offrono punti di riferimento sostanziali. In questo altrove fluttuante l’individuo non riesce più a individuarsi come soggetto, precipitando in un drammatico isolamento [...] »