A parte tutte le notevoli criticità dello studio pubblicato sulla solita JAMA Pediatrics, a cui fa riferimento l'articolo, è ormai accertato che non ci sono differenze nei dati oggettivi estratti dai telefoni tra chi riferisce di usarli poco e chi riferisce di non riuscire a staccarsi dai social. In altre parole, l'autopercezione del tempo trascorso sui social non corrisponde al dato reale e quindi ogni correlazione successiva è con l'autopercezione, eventualmente, non con l'uso reale. Quindi, qualsiasi altra variabile, inclusa una peculiare organizzazione dei dati potrebbe produrre i risultati voluti.
Suggerimento: uno studio che abbia utilizzato solo un questionario con punteggi autoriferiti per quantificare l'uso degli smartphone è da leggere criticamente e considerare con molta cautela prima di diffondere false informazioni.