Un articolo datato ma molto interessante quello di Kitchin e Dodge. Lo spazio è ripensato partendo da una prospettiva che vede la vita umana e la produzione di codice come dimensioni ripiegate l'una nell'altra. Lo spazio è (ri)pensato come soluzione incompleta a un problema relazionale: l'incontro continuo tra individui e ambiente dove la soluzione è veicolata attraverso il codice, capace di portare un'azione trasformativa continua nei diversi domini delle pratiche sociali e delle relazioni umane.
Il pericolo di questa prospettiva, mi sembra, sia quello di uno spazio ontogenetico in cui gli oggetti prodotti e i luoghi della vita non rimandano più all'orizzonte complesivo di un mondo come rete di senso e significato. La socialità, come relazione tra singolarità viventi, implode per rinascere come simulazione di socialità, dominio del consumo di informazioni e di messaggi.
researchgate.net/publication/3

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