Esiste ancora il mondo del "non si fa" del "non è corretto, non è giusto".
È sempre esistito solo che è stato accantonato perché il mondo dell'orrido ha prevalso.
Riportiamolo in auge con ferma consapevolezza.
Buongiorno, naviganti 🐨

@Ferula18 il "questo non si fa" per essere autentico (nel senso di eigen=proprio) e sano richiede un accesso a sé, un sapersi interpellare rispetto all'effetto che mi fa e cosa ne voglio fare senza passare per una autorità esterna o una alterità che mi legittima la scelta. Una situazione esattamente opposta a quella che Hannah Arendt indica in Eichman nella banalità del male: un poveraccio che di fronte a eventi gravissimi e orribili si nasconde e sparisce dietro gli ordini eseguiti. Il problema più grande, oggi, è che sempre più persone sono abituate ad arrivare a sé "di sponda" attraverso una qualche alterità. In assenza dell'altro che rimanda il senso di cosa è giusto/buono/apprezzabile e cosa no nessuno sa più scegliersi. Nessuna possibilità fuori dal "like" o dallo sguardo degli altri che approvano e apprezzano una qualunque cosa. È la legge dei social. Benvenuti nell'era della eterodirezione, una delle tante maschere della banalità del male 🙂

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