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Questo è uno studio davvero interessante. La percezione del tempo, negli umani, passa per l’attivazione dell’insula bilaterale, una struttura neurale a fondamento della percezione enterocettiva e della mappatura corporea. Quando la fenomenologia ci diceva, con Husserl e soprattutto Heidegger, che il tempo vissuto non è il tempo della fisica né quello dell’orologio non era perché si erano fatti un quartino in osteria. Le neuroscienze stanno incontrando sempre più la fenomenologia, là dove la AI sta andando per la propria strada con modelli computazionali e una prospettiva sulla intelligenza che con la vita non hanno nulla a che vedere e che va avanti solo per la spinta economica e le implicazioni pratico-attuative che la sostengono.

frontiersin.org/articles/10.33

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