Oggi sono stato ospite di un liceo classico in autogestione.
Con i ragazzi e le ragazze abbiamo ripercorso insieme come la velocità, il dinamismo e la simultaneità, dalla fine dell'800 ai nostri giorni, abbiano caratterizzato le diverse fasi dello sviluppo scientifico, tecnologico ed economico arrivando a piegare non solo la storia ma i corpi, le menti, i legami e le forme del sociale.
Abbiamo visto insieme come velocità, dinamismo e simultaneità siano state colte, sentite e rappresentate nella letteratura, nel teatro, nella musica e nell'arte.
Un gruppo di volontari ha preparato una breve rappresentazione di uno dei drammi di Bertolt Brecht tratti dalle Lehrstück, coinvolgendo lo stesso pubblico. Altri hanno letto alcuni estratti da opere di Flaubert, Proust e Musil.
Abbiamo visto come i dispositivi digitali e i social network abbiano portato velocità, dinamismo e simultaneità a livelli esasperati, esplorando gli effetti sul sistema nervoso, sulla formazione e il mantenimento della stabilità emotiva, sui processi identitari e come siano sfruttate in ambito marketing per manipolare e orientare.
Abbiamo infine messo a tema e condiviso possibilità e limiti, promesse e minacce degli attuali sistemi di intelligenza artificiale, condividendo alcune risposte, lasciando aperte domande e promesse. Perché, qualunque sia l'etica che gli esperti riusciranno a negoziare e ad imporre sulla IA, l'unica speranza per il futuro rimane la cultura e la consapevolezza di persone capaci di farsi delle domande, di incontrarsi, dialogare per trovare insieme nuove prospettive e possibilità d'essere.
Questa è stata l'ultima slide con la quale ci siamo salutati.
«Avete ascoltato e avete veduto
ciò ch’è abituale, ciò che succede ogni giorno.
Ma noi vi preghiamo:
se pur sia consueto, trovatelo strano!
Inspiegabile, pur se normale!
Quello che è usuale, vi possa sorprendere!
Nella regola riconoscete l’abuso
e dove l’avete riconosciuto
procurate rimedio!»
—[Bertolt Brecht, L’eccezione e la regola]