Il grande ricablaggio: i social media sono davvero dietro un’epidemia di malattie mentali adolescenziali?

Le prove sono dubbie sul fatto che il tempo passato davanti allo schermo sia responsabile dell’aumento dei livelli di depressione e ansia adolescenziale – e la crescente isteria potrebbe distrarci dall’affrontare le vere cause.

@eticadigitale

nature.com/articles/d41586-024

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@informapirata @eticadigitale questo modo di ragionare è esso stesso espressione de problema. Non esiste una causa unica e ultima per fenomeni come il disagio e la malattia mentale. Chiedersi se i social siano la causa di quei fenomeni è già un errore. Questo poi non significa che non possano avere un ruolo, ma bisogna comprendere il fenomeno nella sua complessità.

@Gert beh però non è così... La domanda nel titolo non nasce mica per generazione spontanea, ma segue alla pubblicazione di The Anxious Generation, che propugna esattamente quella tesi, libro di cui questo articolo è una recensione...

Giustamente la recensione mette in dubbio la tesi di fondo e contestualizza il disagio giovanile in uno scenario più complesso

@eticadigitale

@informapirata @eticadigitale è una questione difficile da articolare in chat. Come dicevo altrove, gli umani non sono indirizzi ip, sono esseri incarnati: le storie, prima di essere narrate, sono vissute. Il linguaggio è autentico quando porta alla parola la vita vissuta. Per questo c’è la sovrapposizione anatomica tra le strutture neurali preposte al linguaggio e le aree premotorie, ed è per questo che Aristotele indicava il linguaggio come mimesis praxeos. Nei social il linguaggio è sempre più scollato dalla vita vissuta. Le evidenze cliniche parlano chiaro: le persone che vengono in terapia portano tutte narrative scollate dalla vita vissuta. Più è profondo lo scollamento più appaiono i sintomi.

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