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Edvard Munch ha vissuto l’arte anche come strumento terapeutico per far fronte ai suoi traumi personali. La sua vita, segnata da perdite significative e problemi di salute mentale, ha influenzato profondamente il suo lavoro. Dipinti come “Il bambino malato” e “Morte nella stanza del malato” riflettono le sue esperienze con la malattia e la morte.
L’arte gli ha permesso di affrontare le sue ansie e il suo terrore esistenziale, spesso usando un simbolismo audace e una risonanza emotiva per rappresentare stati mentali profondi e complessi. L’atto di creare forniva catarsi e un modo per esternare e gestire il suo tumulto interiore.
Munch credeva che l’arte dovesse rispecchiare le lotte della vita, rendendo le sue opere sia uno sfogo personale che un riflesso delle condizioni umane universali. Attraverso la sua arte, Munch ha raggiunto la guarigione emotiva e la comprensione di sé, illustrando il potente ruolo dell’espressione creativa nella salute mentale.

theartstory.org/artist/munch-e

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