Dobbiamo cambiare la narrativa dell’inevitabilità della guerra, trovare un modo nonviolento per trasformare il comportamento dello Stato aggressore e garantire la giustizia riparativa, il risarcimento o almeno l’attenuazione del dolore per tutti i torti subiti.  Si tratta di un grande lavoro che richiede l’impegno di molte persone, molte risorse, sforzi di ricerca, di educazione e di dialogo.

pressenza.com/it/2024/08/yurii

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@gubi passare come naturale, e dunque inevitabile, ciò che invece è storico e culturale e che dunque implica dialogo e scelte, è un vecchio vizietto del capitale. Lo stanno facendo anche con le varie espressioni dei sistemi di IA. Bisogna fare attenzione perché hanno scelto bene i profeti e gli intellettuali chiamati a difendere in modo subdolo questa prospettiva, li vediamo in azione ogni giorno nei diversi media, nella totale assenza di un contesto che li metta in discussione.

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