@filippodb @informapirata @mte90 @ItaLinuxSociety Con una consolle metti una cartuccia, o disco, e non devi pensare ad altro. Non devi preoccuparti di cose tecniche come drivers, compatibilità e simili. Del resto, è la stessa cosa che io mi aspetto con un'automobile: non so niente di meccanica, e quando la uso, mi limito ad accenderla e guidare, non di regolare di mio sospensioni o l'allineamento dei pneumatici.

@filippodb @informapirata @mte90 @ItaLinuxSociety Dunque, non è negativa che l'aspettativa dell'utente medio sia quello di un dispositivo che si usi appena lo si accenda senza avere abilità tecniche, perché abbiamo tutti il bisogno della medesima immediatezza nei campi che non conosciamo. E' una aspettativa natuale che dobbiamo affidarci alle competenze altrui in quelle cose che escono dalla nostra familiarità. Coi PC non lo vedo diverso, ma è facile dimenticarlo.

@filippodb @informapirata @mte90 @ItaLinuxSociety Ma è comunque un problema critico, perché è verissima una critica all'atteggiamento moderno: non c'è nessuna educazione sull'uso degli strumenti, come i social (cosa non si dovrebbe fare e le conseguenze, morali e penali, dell'uso indebito). Quando eravamo ragazzi, nelle scuole si facevano dei brevissimi corsi dell'uso del PC con macchine DOS/Win 95, e i concetti essenziali come cosa può fare un PC e cosa sono i termini di base.

@filippodb @informapirata @mte90 @ItaLinuxSociety Da quello che so, questa educazione di base è completamente sparita dalle scuole; e dire che quando hanno insegnato a noi, il PC era ancora una cosa di nicchia! C'è anche un atteggiamento sbagliatissimo che le persone mostrano, si sentono offese se gli si fa notare che non hanno comprensione dello strumento. Eppure è come chiedere di guidare senza conoscere il codice della strada.

@filippodb @informapirata @mte90 @ItaLinuxSociety Un'altro aspetto che noto non sia stato alzato nella discussione, oggigiorno la maggior parte degli utenti giovani non usa Facebook/Twitter e i social tradizionali, ma si muove su quelli più audiovisivi: Instagram, Tik Tok, ma anche i servizi chat come Telegram, Watsapp, e simili. Ci sono gruppi che sui social normali sono pressochè in animazione sospesa, mentre l'attività vera la fanno sulle chat di nuova generazione.

@filippodb @informapirata @mte90 @ItaLinuxSociety Dunque: non considero il modello dei smartphone su app uno sbaglio, sono strumenti immediati su cui dovremmo riflettere su come implementare sotto Linux. A questo proposito, potrei ricordare SteamOS, che Valve ha basato su Debian, che trasforma il PC in una pseudo-consolle attraverso il "big screen mode" di Steam. ---

@filippodb @informapirata @mte90 @ItaLinuxSociety Valve ha sbagliato di pretendere che i pc preasseblati siano un mercato critico, quando chiunque si può fare il suo PC da gioco a maniera sua; ma sull'idea della semplificazione, per me hanno avuto l'idea giusta. Gli manca il modello di business serio. Ci sono progetti con Linux per il retrocomputing e mediacenter che fanno lo stesso: limitano tutto ad una interfaccia specifica per uno scopo solo.

@filippodb @informapirata @mte90 @ItaLinuxSociety Dunque... dovremmo riflettere anche come si può rendere un PC "immediato" come altri strumenti che abbiamo in giro, e cosa può offrire Linux in questo senso che Windows non può. SteamOS e altri sono tutti basati su Linux, ma credo davvero siano sottovalutati proprio da chi propaganda Linux in primis. E invece io li vedrei come una occasione di avvicinare un tipo di persone mostrando che Linux può essere reso immediato come altri dispositivi.

@filippodb @informapirata @mte90 @ItaLinuxSociety Inoltre, bisognerebbe anche cercare di coprire all'educazione sui computers che la scuola ha dimenticato da tempo: non solo parlando di sicurezza, ma eventualmente anche di argomenti più generici come netiquette, come riproporre l'informatica nelle scuole, come semplificare la comprensione del PC a chi non sa cosa c'è sotto il case, perché anche a scuola guida comunque ti insegnano qual'è l'idea di base del motore a scoppio.

@filippodb @informapirata @mte90 @ItaLinuxSociety Dunque si, parlare di Privacy in senso lato di Linux, cioè cosa può offrire e contribuire il FOSS sui temi della sicurezza (per esempio anche hardware "alternativo" pensato per essere Open, raro ma esiste), ma non solo. Bisogna anche educare alla privacy, che significa coprire anche a quello che manca all'educazione informatica in generale.

@filippodb @informapirata @mte90 @ItaLinuxSociety Una cosa pratica che si potrebbe fare, è dare più spazio agli smartphone "aperti" come il Pinephone ad esempio. Mostrare che Linux non è solo per nerds, ma esiste anche in devices immediati col vantaggio che se ti muovi su PC, ciò che impari su quel telefono lo sai fare anche sul PC più "complicato". Che sono eco-friendly perché pensati per durare, non per seguire la moda. Sono sicuro che vi verranno anche altri spunti.

@filippodb @informapirata @mte90 @ItaLinuxSociety Mi sono dilungato ma afferrate il mio punto. Non vedrei i "telefonini" o le abitudini odierne una minaccia, ma una occasione di studiare, capire da dove vengono, e imparare se ci sia qualcosa che noi prima dovremmo migliorare, e quali sono i veri bisogni che la società sta delineando. Sennò è vero, alla fine si rimane un covo di hipsters che non vede che il mondo cambia, e non sa vedere se c'è qualcosa di buono attorno e come usarlo.

@iswyrm @filippodb @informapirata @ItaLinuxSociety concordo con tutto.
Il problema UX/UI in open source è risaputo perchè nei progetti raramente ci sono designer che diano una mano a migliorarli.
SUi telefoni c'è il progetto di riciclo smartphone della FSFE: fsfe.org/activities/upcyclinga
che potrebbe diventare una idea di smanettamento.
La formazione nelle scuole non è fatta sul conoscere lo strumento ma come usarlo allo stretto indispensabile il che significa non sapersi adattare al cambiamento.

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@mte90

Io in una 5 elementare ho insegnato Informatica senza accendere un pc, con carta, spago e giochi progettati per far comprendere i meccanismi di funzionamento dei sistemi informatici a bambini.

In 8 ore (4 lezioni di 2 ore) abbiamo trattato, fra l'altro:

- informazione vs dato
- automatismo vs autonomia
- algoritmo vs programma
- GIGO e bugs
- misure dei dati (bit, byte...), perché i bit NON sono numeri, ovvero perché parlare di "digitale" significa mostrare di non aver capito nulla della materia
- struttura di un filesystem su disco (modellato con un blocknotes)
- protocolli di comunicazione e routing (ip, dhcp, dns...), con tanto di simulazione con carta e matita del routing internet per comunicare fra i banchi
- "ma così tutti leggono i miei pacchetti!" e via con la crittografia: One Time Pad (con aritmetica modulare invece di xor)
- crittanalisi (analisi delle frequenze) per vedere cosa succede se si riusa la password con il one time pad.

Le ultime 2 ore erano state richieste a gran voce dai bambini, perché non eravamo arrivati alla crittografia e ci erano rimasti così male, che le maestre mi hanno chiesto di tornare un'altra volta.

Purtroppo 8 ore sono troppo poche ma secondo me, l'informatica non è un servizio o un prodotto come gli altri: è più simile all'alfabeto che all'automobile.

Chi non comprende come funzionano e non sa modificare gli automatismi di cui si circonda (o da cui è circondato suo malgrado) è destinato inesorabilmente a diventarne un ingranaggio, uno schiavo inconsapevole nelle mani di chi li controlla.

La facilità d'uso genera lock-in e riduce le capacità critiche delle persone riducendole ad utenti.

Solo una semplicità funzionale che richieda l'uso di facoltà cognitive elevate può impedire questa forma di schiavitù.

@iswyrm @filippodb @informapirata @ItaLinuxSociety

@Shamar forse potresti tirarci fuori un paio di dispense da mettere a disposizione per la didattica integrativa

@mte90 @iswyrm @filippodb @ItaLinuxSociety

@Shamar @mte90 @iswyrm @filippodb @informapirata @ItaLinuxSociety Anni fa, all'Università (sapienza, laurea in Matematica) seguivo il corso di TAMC (Teoria ed Applicazioni delle Macchine Calcolatrici) tenuto nientepopodimenoche da Corrado Bohm (inchino di rispetto). Il corso insegnava tra le altre cose i concetti di algoritmo e di polimorfismo "con carta e matita" e sono sicuro di aver appreso molto di più in quel corso che in tanti altri che comportavano ore ed ore di esercitazioni su computer. Come diceva un altro dei miei professori, c'è una differenza tra "informatica" e "computer science"

@honiden @Shamar

Bisognerebbe farci un manualozzo per insegnanti!

Che, a volte, su certe cose ne sanno ancora meno delle scolaresche…

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