The idea by @_elena@mastodon.social of representing the #fediverse as organic web is wonderful, but we have to make it multilingual. How would you translate it into Italian?
"Organic food" si traduce come "cibo da agricoltura biologica" ma se dicessimo "web biologico" nessuno capirebbe. A me piacerebbe riprendermi la parola sociale come in "web sociale" (o anche "web pubblico", ma è stata già occupata: i cosiddetti "media sociali" sono "media sociali proprietari" ma in pochi aggiungono l'aggettivo "proprietari". E comunque si perderebbe l'analogia con il cibo "biologico" cucinato in casa. Qualche idea?

@mcp @_elena

Non un'idea, ma una segnalazione: ciò di cui parla Elena ricorda molto i principi del : permacomputing.net/Principles/

In italiano, karlessi (Marco Milani) parla di Tecnologie Conviviali: eleuthera.it/materiale.php?op=

Una definizione che però (a mio parere) non esprime interamente il concetto (contrariamente al permacomputing, che però non saprei come tradurre in italiano).

@Shamar@qoto.org @_elena@mastodon.social È vero, conosco il lavoro di karlessi. "Web conviviale" potrebbe essere una traduzione parzialmente appropriata: rende l'idea del pranzo e della socialità non proprietaria, anche se purtroppo non dice nulla della natura biologica ("organic") del cibo.
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@mcp

Il problema fondamentale di "web biologico" e "organic web" è che in realtà il web è fatto primariamente di elettroni/fotoni che si muovono (tipicamente oscillano) lungo cavi.

Mi rendo conto che questa descrizione riduttiva lo priva di qualunque poesia, ma è utile a comprendere perché "organic" e "biologico" sono difficilmente applicabili ad artefatti tecnologici.

Il rischio animista è sempre dietro l'angolo: definire (e dunque pensare) un artefatto elettromeccanico come "vivo" (biologico) è estremamente pericoloso, come lo è parlare di "intelligenza artificiale", "machine learning", "esseri tecnici" (per ricitare Carlo Milani) o "macchine cognitive" (per citare @enriconardelli)

Forse, bisognerebbe riflettere meglio sulle radici profonde dell'analogia: cosa accomuna ciò di cui parliamo al cibo biologico?

La cura?
Direi di no, perché il software BigTech è curatissimo.

La natura "locale" dei contenuti?
Forse.

Il fatto che non esista per causare dipendenza?
Forse.

Più domande che risposte... scusate. :-)

@_elena

@Shamar@qoto.org @enriconardelli@mastodon.uno @_elena@mastodon.social

Questa conversazione, partita da un problema di traduzione, mostra che il multilinguismo aiuta ad approfondire le questioni che altrimenti verrebbero viste unilateralmente [English version below].

Nell'agricoltura biologica c'è:

una parte artificiale: l'intervento umano (anche con il solfato di rameli>
una parte "biologica": la vegetazione delle piante

Nell'"organic web", come nel web conviviale, gli esseri umani, creature viventi, fanno la parte delle piante. Big Tech fa la parte dell'agricoltore interventista. Il "fediverso", riducendo al minimo la centralizzazione e la guida algoritmica, lascia fare alla natura, cioè a noi esseri umani in carne e ossa.

Essere paragonati a piante non deve offenderci: nel linguaggio della filosofia medioevale e protomoderna, "natura" (contrapposta a grazia) indicava ciò che gli esseri umani riescono a fare da sé, solo con la loro ragione. Qui al posto della grazia di Dio c'è la finta gratuità di Big Tech che si propone come Mammona: quindi a fortiori ci conviene tentare di essere "naturali" per conto nostro, nel senso dei giusnaturalisti.

Per riassumere: l'agricoltura biologica è un'agricoltura "meno interventista" che lascia più spazio alla vegetazione (per esempio non rende i contadini dipendenti da semi OGM che devono ricomprare ogni anno). L'"organic web" analogamente forma reti sociali più distribuite e amministrazioni meno "interventiste" lasciando più spazio alla nostra specifica "vegetazione".

This conversation started with a translation problem: but multilingualism added a lot a different perspectives that, perhaps, would never have been posed in a monolingual approach.

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