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Ermes ritrova tra i miei vecchi libri
un'edizione del _Piccolo principe_.
Dunque era lì, mi dico: e l'apro.
Ed ecco la sua dedica: "Per come
uno ha domesticato l'altro, senza
lasciarci spaventare dalle spine".
E la sua foto. È in Svizzera, a Gruyeres.
Il suo sorriso acerbo e malizioso
quell'aria di bambina impertinente
gli occhi celesti, i dreads, la croce al collo.

Ricordo in giorno in cui prese quel libro
ci scrisse qualche cosa e me lo diede
con noncuranza quasi; ed io rimasi
stordito come sempre quando accade
la bellezza. Era estate. Poi fu il tempo
del dolore che lascia cicatrici.
E me ne andai nel buio e nel silenzio
scavando gallerie a mani nude
nella sostanza ruvida del mondo
certo soltanto di queste mie spine
inaddomesticabili. Ed è quanto.

Da dove la gioia? Sono uno dei pochi viventi in grado di vedere e sentire un universo che non esiste. E uno dei pochissimi in grado di soffrirne.

I migranti morti al largo di Crotone provenivano dalla Siria, dall'Afghanistan e dall'Iran. Provenivano fa paesi in guerra o in cui sono vietati i diritti più elementari. Avevano diritto all'asilo politico o alla protezione umanitaria. Questo diritto si è trasformato in una condanna a morte non per una tragica fatalità, ma per la criminalizzazione del soccorso in mare. E fa una rabbia immensa leggere la nota del presidente del Consiglio che afferma che "Si commenta da sé l’azione di chi oggi specula su questi morti, dopo aver esaltato l’illusione di un’immigrazione senza regole". Negando anche da morte, a queste persone, lo status di profughi.

Festa di compleanno di un compagno del nido di mio figlio. Nomi di bimbi: Ermes (mio figlio), Rio, Harper, Zoe.

Dei morti si dice sempre bene. Con qualche eccezione. Tipo Maurizio Costanzo. Che è un pezzo significativo del degrado culturale del nostro Paese.

Missione: riprendere la visione di "True Detective". L'ultima volta che ci abbiamo provato a Xho si sono rotte le acque. Poi non abbiamo più osato.

Una scrittrice nota cita Rumi. O meglio: un testo attribuito a lui ma che lui non ha mai scritto. Glielo faccio notare, e ammette candidamente di non conoscere Rumi. Che è più o meno come non conoscere Dante Alighieri.

L'Italia è una Repubblica fondata sugli avvocati. Con gli avvocati giusti puoi fare quello che vuoi.

Oggi mio figlio ha imparato una parola nuova. Drita, luce.

Un tizio ripubblica un mio articolo su MicroMega. Ne fa un cappello in cui lo sintetizza in maniera caricaturale. E incita i suoi followers a dileggiarmi. Senza avere il coraggio di taggarmi e confrontarsi con me. Naturalmente è Facebook.

Non c'è nulla che ci spaventi più del solipsismo. Essere condannati al proprio io -- alle mura del proprio io. Io non ammette altro, e pure ne avverte il bisogno. Non esiste senza specchio: ma ogni altro non è, appunto, che specchio. Nessuno può essere dove noi siamo, né noi possiamo essere dove è l'altro. Non ci assale forse da bambini, ripetutamente, il sospetto che gli altri non siano che fantasmi? E di fatto questo sono. Immagini create dal nostro sistema nervoso.
Nessuno può comunicarsi a nessuno. Per questo ci creiamo Dio. Abbiamo bisogno di sentire che esiste un essere perfino più solo di noi.

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