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Aggiornamenti: Google mi restituisce la cattedra universitaria ma mi scambia per una bicicletta.

Un laureato non è migliore di un non laureato, ad esempio un contadino o un pastore. La differenza tra i due è che il primo, entrando nel sistema scolastico, ha imparato a considerare sé stesso come una merce il cui valore sul mercato è alto grazie appunto al suo titolo di studio. Ha acquisito inoltre la convinzione di essere superiore al contadino o al pastore. Il quale invece si fa la sua vita tranquillo, senza avvertire il minimo bisogno della scuola e dell'istruzione. E questo è Ivan Illich.

Il figlio del contadino, espulso dalla scuola, deve però istruirsi. Non è bene che sia ignorante come suo padre. Un contadino analfabeta ha qualcosa che gli manca: il possesso della parola. Bisognerà fare in modo che suo figlio invece impari a parlare e a scrivere, e magari anche qualcos'altro. La cultura e l'istruzione sono beni universali, e chi non ne ha oggettivamente vive una privazione, anche se non ne è consapevole. E questo è don Milani.

Il rischio del primo è di riservare istruzione e cultura alle classi privilegiate, con l'argomento che si tratta appunto di cose per privilegiati, estranee al popolo. Ignorando, o fingendo di ignorare, che il mancato possesso di quelle cose è causa di eslusione sociale, economica e politica.

Il rischio del secondo è di distruggere semplicemente la cultura contadina, poiché lo studio della cultura borghese - e di cultura borghese di tratta, nonostante il contratto dei metalmeccanici - rende piccolo borghese o aspirante tale il figlio del contadino.

Che diciamo a quelli che con la sinistra commemorano commossi don Milani, che faceva scuola anche di domenica, e con la destra vogliono la settimana corta, perché altrimenti la scuola perde iscritti?

Sto leggendo il secondo manifesto convivialista. Il fatto che sia rilasciato con copyright mi pare che tolga gran parte del valore a quello che c'è scritto.

Ho mandato una relazione finale alla segreteria della mia scuola in formato .md. Al mio tre la mail con la richiesta di un file Word.

Vedo le spaventose facce di merda delle persone nelle cui mani è il futuro di mio figlio. E tremo. Perché ci siamo ridotti così?

«Questo video è stato girato a Milano stamattina, la violenza degli agenti è inaudita.
La loro sfortuna, la nostra fortuna, è che si vedono le loro facce.»

nitter.it/LuigiMastro_/status/

Non sono un esperto di fallacie logiche, ma mi pare che manchi all'appello quella che chiamerei fallacia della frequenza. Che consiste in questo ragionamento: se un fenomeno si verifica cento volte nel gruppo/contesto X e una volta nel gruppo/contesto Y, allora X e Y sono uguali. Esempio. Foggia è la più mafiosa delle città italiane. I foggiani evitano di prenderne coscienza con l'argomento che "queste cose (omicidi ecc.) avvengono ovunque". E naturalmente è vero. La differenza è nella frequenza. @roberta_covelli

Ron DeSantis is announcing his run for president on Twitter

Both Twitter and Florida are diabolically aligned:

Lying about Covid
Pushing Russian propaganda
Threatening educators
Pushing conspiracy theories
Aiding white suprematists
Attacking trans people
Outing LBGTQIA minors
Gathering student menstrual data
Remove companies’ 1A protections
Restricting reporter access
Promoting fraud

If you are still on Twitter: You are part of the problem.

Oggi sono andato a scuola con una maglietta con dei papaveri e la scritta "E questo è il fiore". Due studenti mi hanno fatto la stessa domanda: "Prof, ma questi fiori?". Nessuno dei due ha colto il riferimento a "Bella ciao".

Non è proprio un pisciatoio, ma meritava una collocazione migliore.

[Si può possedere un’importante scultura pubblica di Tony Cragg e ridurla ad un pisciatoio? Sì, se siete a Siena | Artribune]

artribune.com/tribnews/2011/04

Negozio di cannabis light in Via di Città a Siena. È la seconda volta che viene imbrattato. Questa volta sembra cioccolata, l'altra volta era senz'altro merda. Via di Città è la strada più centrale di Siena. E per me che vengo da quella che forse oggi è la città più mafiosa d'Italia, è un segnale inquietante.

La seconda carica dello Stato ricorda commosso l'anniversario della morte di Giorgio Almirante. Che noi ricordiamo, tra altre infinite nefandezze, per i trentacinquemila dollari usati per favorire la latitanza del terrorista fascista Carlo Cicuttini, autore con altri della strage di Peteano che uccise tre carabinieri.

Mi accorgo che prendere il bus per andare al lavoro è uno dei momenti più belli della mia giornata. Prendo il bus che fa il giro più lungo. E intanto ascolto musica - in questi giorni Leclau-, leggo e osservo la gente. I volti delle persone nel bus delle 7.25 dicono più di dieci trattati di sociologia.

Nel settembre del '99 un pensionato stava festeggiando il compleanno in un bar del mio quartiere. Fu ucciso da un proiettile vagante durante un agguato di mafia. Il bersaglio era il boss Salvatore Prencipe, ucciso venerdì scorso con una fucilata in volto.
Me la ricordo, la morte di quel pensionato. Mi aspettavo una mobilitazione della società civile. Una manifestazione o almeno un sit-in. Qualcosa. Non accadde nulla. Quel giorno capii che a Foggia morire in un bar festeggiando il proprio compleanno era una cosa come le altre. La normalità foggiana.

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