Un laureato non è migliore di un non laureato, ad esempio un contadino o un pastore. La differenza tra i due è che il primo, entrando nel sistema scolastico, ha imparato a considerare sé stesso come una merce il cui valore sul mercato è alto grazie appunto al suo titolo di studio. Ha acquisito inoltre la convinzione di essere superiore al contadino o al pastore. Il quale invece si fa la sua vita tranquillo, senza avvertire il minimo bisogno della scuola e dell'istruzione. E questo è Ivan Illich.
Il figlio del contadino, espulso dalla scuola, deve però istruirsi. Non è bene che sia ignorante come suo padre. Un contadino analfabeta ha qualcosa che gli manca: il possesso della parola. Bisognerà fare in modo che suo figlio invece impari a parlare e a scrivere, e magari anche qualcos'altro. La cultura e l'istruzione sono beni universali, e chi non ne ha oggettivamente vive una privazione, anche se non ne è consapevole. E questo è don Milani.
Il rischio del primo è di riservare istruzione e cultura alle classi privilegiate, con l'argomento che si tratta appunto di cose per privilegiati, estranee al popolo. Ignorando, o fingendo di ignorare, che il mancato possesso di quelle cose è causa di eslusione sociale, economica e politica.
Il rischio del secondo è di distruggere semplicemente la cultura contadina, poiché lo studio della cultura borghese - e di cultura borghese di tratta, nonostante il contratto dei metalmeccanici - rende piccolo borghese o aspirante tale il figlio del contadino.
«Questo video è stato girato a Milano stamattina, la violenza degli agenti è inaudita.
La loro sfortuna, la nostra fortuna, è che si vedono le loro facce.»
Non sono un esperto di fallacie logiche, ma mi pare che manchi all'appello quella che chiamerei fallacia della frequenza. Che consiste in questo ragionamento: se un fenomeno si verifica cento volte nel gruppo/contesto X e una volta nel gruppo/contesto Y, allora X e Y sono uguali. Esempio. Foggia è la più mafiosa delle città italiane. I foggiani evitano di prenderne coscienza con l'argomento che "queste cose (omicidi ecc.) avvengono ovunque". E naturalmente è vero. La differenza è nella frequenza. @roberta_covelli
Ron DeSantis is announcing his run for president on Twitter
Both Twitter and Florida are diabolically aligned:
Lying about Covid
Pushing Russian propaganda
Threatening educators
Pushing conspiracy theories
Aiding white suprematists
Attacking trans people
Outing LBGTQIA minors
Gathering student menstrual data
Remove companies’ 1A protections
Restricting reporter access
Promoting fraud
If you are still on Twitter: You are part of the problem.
Il misterioso virus che uccide gli oppositori di Putin.
Non è proprio un pisciatoio, ma meritava una collocazione migliore.
[Si può possedere un’importante scultura pubblica di Tony Cragg e ridurla ad un pisciatoio? Sì, se siete a Siena | Artribune]
Negozio di cannabis light in Via di Città a Siena. È la seconda volta che viene imbrattato. Questa volta sembra cioccolata, l'altra volta era senz'altro merda. Via di Città è la strada più centrale di Siena. E per me che vengo da quella che forse oggi è la città più mafiosa d'Italia, è un segnale inquietante. #siena
La seconda carica dello Stato ricorda commosso l'anniversario della morte di Giorgio Almirante. Che noi ricordiamo, tra altre infinite nefandezze, per i trentacinquemila dollari usati per favorire la latitanza del terrorista fascista Carlo Cicuttini, autore con altri della strage di Peteano che uccise tre carabinieri.
Mi accorgo che prendere il bus per andare al lavoro è uno dei momenti più belli della mia giornata. Prendo il bus che fa il giro più lungo. E intanto ascolto musica - in questi giorni Leclau-, leggo e osservo la gente. I volti delle persone nel bus delle 7.25 dicono più di dieci trattati di sociologia.
Nel settembre del '99 un pensionato stava festeggiando il compleanno in un bar del mio quartiere. Fu ucciso da un proiettile vagante durante un agguato di mafia. Il bersaglio era il boss Salvatore Prencipe, ucciso venerdì scorso con una fucilata in volto.
Me la ricordo, la morte di quel pensionato. Mi aspettavo una mobilitazione della società civile. Una manifestazione o almeno un sit-in. Qualcosa. Non accadde nulla. Quel giorno capii che a Foggia morire in un bar festeggiando il proprio compleanno era una cosa come le altre. La normalità foggiana.
Direttore responsabile di "Educazione Aperta", scrivo quando capita anche su "MicroMega" e "Gli Asini". Ateo sbattezzato, buddhista theravada, anarchico. E nulla di tutto questo.
Vivo a Siena con Xho, nostro figlio Ermes e il cane Mirò Chomsky.