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MONREALE (PA) - IL CHIOSTRO DEI BENEDETTINI

Guy de Maupassant è stato uno scrittore, drammaturgo, reporter di viaggio, saggista e poeta francese, nonché uno dei padri del racconto moderno.

Fra le opere dello scrittore francese, vi è “La Vie Errante”, del 1890, che contiene un brano notevolissimo “La Sicile”, capitolo che narra il viaggio effettuato da Maupassant nella primavera del 1885, in quella che lui definisce la “perla del Mediterraneo”.

Le sue pagine raggiungono a volte il lirismo, Maupassant non si limita ad una descrizione fedele e suggestiva di ciò che vide, vi aggiunse considerazioni sobrie ma efficaci sull’arte e sulla vita, in cui rivela la sua perenne ricerca di un equilibrio e di un ideale che possa soddisfare le necessità estetiche del genere umano, la sua sete di Bellezza.

Percepisce persino gli odori particolari, e non soltanto il classico profumo della zagara, le sfumature più sottili, e trova, in alcuni momenti di contemplazione, “un benessere del pensiero e del corpo che rasenta la felicità”.

Dopo avere visitato Palermo e visto all'interno del Palazzo dei Normanni la Cappella Palatina, definendola "la più bella che esista al mondo", volle visitare il Duomo di Monreale, ed in particolare il Chiostro dei Benedettini, sul quale scrisse:

“Il meraviglioso Chiostro di Monreale suggerisce alla mente una tale sensazione di grazia che ci si vorrebbe restare quasi per sempre … e chi non l’ha visto non può immaginare cosa sia l’armonia di un colonnato … meravigliano lo sguardo e poi affascinano, lo incantano, vi generano quella gioia artistica che le cose d’un gusto assoluto fanno penetrare nell’anima attraverso gli occhi …”

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Palermo, Piazza marina nel 1870, sullo sfondo il giardino Garibaldi e il Palazzo Chiaramonte Steri
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LEGGENDE METROPOLITANE

I Beati Paoli furono una setta segreta nata a Palermo, in Sicilia, nel XVII secolo, e secondo la leggenda, essi erano un gruppo di nobili che cercavano di far rispettare la giustizia e di proteggere la gente comune da governanti e funzionari corrotti.

Essi operavano in segreto, indossando dei cappucci per nascondere la loro identità, venivano chiamati anche i “Vendicosi”, acquisirono grande notorietà per le loro attività, che comprendevano atti di vigilanza e punizione contro coloro che ritenevano ingiusti nei confronti dei più deboli.

Erano noti per il loro rigido codice di condotta, che enfatizzava l'onore, la rettitudine e la lealtà verso il popolo che servivano. La storia dei Beati Paoli è avvolta da numerosi misteri e leggende, si dice che abbiano avuto caverne segrete sotto la città di Palermo, dove si incontravano e tenevano i loro concili.

La leggenda dei Beati Paoli è stata oggetto di interesse per molti scrittori e autori, il più famoso romanzo che li menziona è "I Beati Paoli" di Luigi Natoli, pubblicato nel 1909. Questo libro ha contribuito a rendere la figura dei Beati Paoli famosa in tutta Italia e forse nel mondo.

L’effettiva esistenza dei Beati Paoli è ancora oggi oggetto di dibattito tra gli storici, alcuni li considerano puramente una creazione del mito, mentre altri sostengono che possano aver avuto un ruolo fondamentale nella realtà.

In definitiva, i Beati Paoli rappresentano un'interessante figura nella storia palermitana che si contrappone fra leggenda e realtà e, nonostante la mancanza di prove concrete sulla loro esistenza, la leggenda di questa setta continua ancora oggi a intrigare e affascinare le persone.

@peppenamir


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Il viaggiatore e geografo arabo Ibn Jubayr giunse a Palermo il 9 dicembre 1184, dopo un lungo viaggio per mare da Ceuta, in Marocco.

La città lo impressionò immediatamente per la sua bellezza e ricchezza, descrivendola come "la più bella città che abbia mai visto", Ibn Jubayr rimase colpito dai suoi edifici monumentali, luoghi di culto e mercati.

Tra gli edifici monumentali che visitò, Ibn Jubayr fu particolarmente colpito dal Palazzo Reale di Palermo, la sede del governo normanno, durante il regno di Guglielmo II.

Il palazzo era una magnifica fusione di stili architettonici islamici e cristiani, e Ibn Jubayr fu colpito dalla sua eleganza e imponenza.

Egli scrisse "Stavamo per entrare nella città di Palermo quando fummo fermati e condotti alla porta vicino ai palazzi del re. Attraverso spazi aperti, porte e corti reali, ammirammo palazzi con le torri squadrate, giardini e anticamere occupate da personale di servizio che abbagliarono i nostri occhi e confusero i nostri pensieri. Tra le cose che vedemmo c’era una sala (maglis) in una spaziosa corte circondata da un giardino e i lati occupati da colonnati. La sala occupava l’intera lunghezza della corte e noi ci meravigliammo della sua estensione e dell’altezza delle sue logge. Poi ci fu detto che qui il re pranzava con la sua corte. Questi colonnati e le anticamere sono dove i suoi giudici, gli addetti al suo servizio e gli amministratori siedono in sua presenza…"

Anche i luoghi di culto impressionarono Ibn Jubayr, la più grande era la Moschea di Palermo, allora la più grande in Europa.

La moschea era stata costruita dai musulmani che avevano conquistato la Sicilia nel IX secolo, e Ibn Jubayr fu colpito dalla sua splendida architettura e maestosa presenza.

Ibn Jubayr visitò anche i mercati di Palermo, dove fu colpito dalla ricchezza e varietà delle merci offerte, erano pieni di frutta, verdura, carne, pesce e spezie, rimase anche particolarmente colpito dai tessuti, che erano di una qualità e bellezza incomparabili.

Ibn Jubayr lasciò Palermo il 18 dicembre 1184, con un'impressione molto positiva della città, la sua descrizione è una preziosa testimonianza di una città che era allora un importante centro culturale e commerciale.

#festabusta

https://peertube.uno/w/wYZKsCYK3JVJqCmFbPKYnL

Di Ibn Jubayr si è parlato anche nella puntata di Sapiens del 2 dicembre:
https://www.raiplay.it/video/2023/11/Mediterraneo-Arabo---Sapiens-un-solo-pianeta---Puntata-del-02122023-56b97c20-8238-42c5-8ff3-17bd70736cf0.html

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L'antica linea tranviaria di Palermo è un pezzo importante della storia della città, fu inaugurata nel 1887 e rappresentò un importante passo avanti per lo sviluppo della città.

Prima dell'arrivo del tram, il trasporto pubblico a Palermo era limitato a carrozze trainate da cavalli, che erano costose e poco efficienti. Il tram, invece, era un mezzo di trasporto più economico e veloce, che rese più accessibile la mobilità urbana.

La rete tranviaria di Palermo si espanse rapidamente nel corso dei primi decenni del XX secolo, nel 1912, contava 19 linee che collegavano il centro storico della città con le sue periferie.

I tram erano un mezzo di trasporto popolare a Palermo e venivano utilizzati da tutti, erano un modo efficiente e conveniente per spostarsi in città e rappresentavano un'importante parte della vita quotidiana dei palermitani.

Il tram era anche un importante mezzo di trasporto turistico, i turisti potevano utilizzare i tram per visitare i principali luoghi di interesse della città, come il Teatro Massimo, la Cattedrale e il Palazzo Reale.

La rete tranviaria di Palermo fu chiusa nel 1947 a causa del deterioramento delle condizioni delle infrastrutture e della crescente popolarità dell'automobile.
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Palermo, Palazzo Valguarnera Gangi

Fu costruito nella prima metà del XVIII secolo e terminato intorno al 1780 dal principe Pietro di Valguarnera. Per la vastità dell'impianto architettonico, per la qualità e la ricchezza degli apparati decorativi, nonché per il fatto di essere arrivato alle soglie del XXI secolo praticamente integro, palazzo Valguarnera non solo costituisce un unicum nel panorama siciliano, ma anche un momento altissimo del rococò italiano.

Al suo interno si possono ammirare: il Salone d’onore, con il suo soffitto dipinto da Elia Interguglielmi nel 1792 dove è rappresentata la “Gloria del principe virtuoso”; la Galleria degli specchi, con la sua doppia soffittatura, la quale consente di scorgere, attraverso le aperture ricavate nel controsoffitto più basso, il grande affresco centrale; il Salone Giallo dove fu affrescato il “Trionfo delle virtù necessarie al principe”, dipinto da Gaspare Serenario nel 1754.

Il palazzo ispirò il regista Luchino Visconti per l’ambientazione della famosa scena del ballo nel film il Gattopardo, tratto dal romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
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Palermo, Teatro Politeama Garibaldi, nel 1890.

panormus@www.foxyhole.io
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Ragazzi il linuxday arriva a Palermo, organizzato dall'associazione di cui faccio orgogliosamente parte e come ogni anno viene riproposto con temi interessantissimi e relatori d'alto livello. Come la scorsa edizione, si terrà ai cantieri culturali della zisa, vi aspetto numerosi il 28 Ottobre.

Piccolo appunto quest'anno parteciperà anche l'azienda per cui lavoro
#Sparkle. per chi non conosce il mistico mondo dei cavi sottomarini vi invito a non lasciarvi perdere questa edizione.

vi lascio il link all'evento
https://linuxday.thefreecircle.org/2023/
#linuxday #linuxday2023 #palermo #freecircle

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Palermo di un tempo, l'antica passeggiata a mare.

La bellissima ed antica passeggiata a mare, fuori le mura, del Foro Umberto I, conosciuta anche come Foro Italico, fu sacrificata nel 1943 come area di discarica a mare degli sfabbricidi derivati dai bombardamenti alleati sulla città.

Tale dissennata operazione, oltre a distruggere la passeggiata a mare, allontanò la linea di costa di alcune centinaia di metri da quella originaria.

Leggi sul mio blog:

https://www.panormus.blog/articolo.php?id=1661917303

#palermo #sicilia #sicily #arte #cultura #photooftheday #travel #story

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Fin dalla mattina del 22 luglio 1943, le avanguardie della 3ª Divisione di fanteria americana raggiunsero la periferia di Palermo, che appariva praticamente indifesa, a parte alcune demolizioni in corso nell'area del porto.

Alcune ore più tardi arrivarono anche i reparti meccanizzati della 2ª Divisione corazzata e alcune unità della 3ª Divisione fanteria, che con i carri armati, entrarono a Palermo praticamente senza trovare opposizione, in mezzo alla popolazione festante.

#palermo #sicilia #sicily #secondaguerramondiale #husky #pernondimenticare #phtotography

Foto di Robert Capa, Palermo 1943

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La Cappella Palatina è sicuramente il luogo più celebre e più suggestivo della città di #Palermo. I lavori di costruzione iniziarono nel 1130 - anno in cui fu Ruggero II fu incoronato re di Sicilia - e terminarono nel 1143. Essa rappresenta la sintesi culturale e politica operata dai Normanni durante la loro dominazione. Infatti, essa fonde in modo mirabile le espressioni architettoniche più rilevanti per la Sicilia: l’europea, la siciliana, la bizantina, l’araba.


https://www.neptube.io/w/w8VRkQRvf8DNvR5XQWTLC7

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Mi capita spesso di incrociare gli sguardi di meraviglia dei turisti che ammirano le bellezze dell'architettura monumentale di Palermo.

Spero che un giorno questa città possa essere valorizzata per quello che realmente merita.

https://www.neptube.io/w/rKeBYvAxqeV3eYdUrTVws3

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I primi pupari siciliani costruivano da sè i paladini, guerrieri cristiani e saraceni, angeli, cavalli, draghi e figure mitologiche, riproducendo lo stile delle armature, creando i modelli e realizzando elmi, spade, corazze che poi rivestivano, pupi a volte dall'aspetto fiero, spavaldo o burlesco.

Nell'Opera dei Pupi si trasmettono ancora oggi stili e comportamenti del popolo siciliano come la cavalleria, il senso dell'onore, la difesa del debole e del giusto, la priorità della fede.

Le gesta dei paladini e il ciclo carolingio sono tra le tematiche trattate negli antichi canovacci usati dai pupari.

Carlo Magno, Gano, Orlando, Rinaldo, Angelica, hanno popolato le sponde dei carretti siciliani, i cartelloni propaganda degli spettacoli serali dei teatrini, le lambrette e i carrettini di uso vario e la fantasia di noi siculi, attraverso i cunti e le farse raccontate, la sera, attorno alla tavola di ogni casa.

#palermo #art #sicilia #sicily #world #opera #travel #photographie #europe

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Montalbano guarda con disgusto il “sacrilego” Augello che mette il parmigiano sulla pasta con le vongole («Gesù! Persino una jena ch’è una jena e si nutre di carogne avrebbe dato di stomaco all'idea di un piatto di pasta alle vongole col parmigiano sopra!» (Il ladro di merendine, p. 33)
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Andrea Camilleri ci lasciava il 17 luglio del 2019, ironia e scrittura raffinata. i suoi gialli vanno a ruba, il suo stile è imitato ma inimitabile.

Ogni nuovo libro firmato Andrea Camilleri scala inevitabilmente le classifiche fino alla vetta, e lì si insedia per mesi.

Si parla di decine e decine di milioni di copie, ma chi le conta più? Eppure lui non se ne vantava: nonostante la vista un po' appannata e le molte primavere sulle spalle, è rimasto quello degli esordi, cioè un signore siciliano spiritoso, modesto e molto colto.

RE:
https://pixelfed.social/p/panormus/586601399808031783

Panormus  
Montalbano guarda con disgusto il “sacrilego” Augello che mette il parmigiano sulla pasta con le vongole («Gesù! Persino una jena ch’è una jena e s...
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In quel capolavoro di Milan Kundera che è "L'insostenibile leggerezza dell'essere", si nascondeva una frase d'amore per Palermo.

In quel romanzo, precisamente nel capitolo dal titolo "Le parole fraintese", c'è un passaggio testuale che fa così:

Tra dieci giorni, se non hai niente in contrario, potremmo andare a Palermo le disse.

Preferisco Ginevra rispose lei.

Stava in piedi davanti al cavalletto ed esaminava una tela iniziata.

"Come puoi vivere senza conoscere Palermo?".

#milankundera #palermo #books #libriedintorni

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Maria Grazia Cucinotta "madrina" del pesce siciliano: "Bonu è, ho girato il mondo ma niente è come la nostra terra".

https://peertube.uno/w/c53jgbAbBgqvdMMLaumcLD

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ALLA CORTE DEL RE

Ibn Giubayr, viaggiatore e scrittore andaluso che nel 1183-1184, visitò Palermo durante il regno di Guglielmo II“

Stavamo per entrare nella città di Palermo quando fummo fermati e condotti alla porta vicino ai palazzi del re. Attraverso spazi aperti, porte e corti reali, ammirammo palazzi con le torri squadrate, giardini e anticamere occupate da personale di servizio che abbagliarono i nostri occhi e confusero i nostri pensieri. Tra le cose che vedemmo c’era una sala (maglis) in una spaziosa corte circondata da un giardino e i lati occupati da colonnati. La sala occupava l’intera lunghezza della corte e noi ci meravigliammo della sua estensione e dell’altezza delle sue logge. Poi ci fu detto che qui il re pranzava con la sua corte. Questi colonnati e le anticamere sono dove i suoi giudici, gli addetti al suo servizio e gli amministratori siedono in sua presenza…”

https://peertube.uno/w/wYZKsCYK3JVJqCmFbPKYnL

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Nel maggio del 1624, dopo 50 anni dall’ultima epidemia di peste, a Palermo tornò il terrore del nemico invisibile, la storia che si ripete, per l’ennesima volta il mare porta la peste dentro la città.

Il 9 giugno del 1625, dopo il ritrovamento sul monte pellegrino delle ossa di S. Rosalia, fu costruita un'urna apposta per le reliquie e fu portata in processione con la partecipazione di tutta la popolazione e con grande solennità.

La peste cominciò a regredire e il 15 luglio quando si fece il pellegrinaggio sul Monte Pellegrino, nell’anniversario del ritrovamento delle reliquie, non comparve più nessun caso di appestato.

https://www.panormus.blog/post.php?id=991918898

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