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𝙄𝙡 𝘾𝙖𝙨𝙩𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙕𝙞𝙨𝙖 𝙙𝙞 𝙋𝙖𝙡𝙚𝙧𝙢𝙤
Il Castello della Zisa risale al XII secolo, periodo della dominazione normanna in Sicilia.

Commissionato dal re Guglielmo I D'Altavilla per farne una sua residenza estiva, fu realizzato da architetti arabi.

L'influsso della precedente dominazione, infatti, era ancora molto forte e i normanni, affascinati dalla cultura islamica, ne seguivano lo stile.

La dimora, il cui nome deriva dall'arabo al-Aziz, che significa glorioso, magnifico, sorgeva fuori le mura di Palermo, immersa nel verde di un grande parco reale di caccia.

Splendido esempio di arte arabo-normanna, il Castello della Zisa si presenta con una forma rettangolare che si sviluppa su tre piani, e all'esterno è diviso a metà da un canale che porta acqua a diverse vasche, riproduzione di quello più antico che recava acqua alla famosa Sala della Fontana.

La facciata è contraddistinta da tre grandi fornici ed una serie di arcate cieche. Sulla volta dell'ingresso sono dipinti alcuni diavoli che si dice custodiscano il tesoro dell'imperatore.

Il piano terra è occupato dal lungo vestibolo in cui si trova la sopracitata Sala della Fontana con ai lati le scale che portano ai piani superiori.

La Sala, sulle cui pareti sono visibili i resti degli affreschi seicenteschi dei Sandoval, ha pianta quadrata sormontata da una volta a crociera ogivale, e presenta agli angoli tre grandi nicchie incorniciate da semicupole decorate da muqarnas (decorazioni ad alveare).

L'ambiente, in cui il re riceveva la corte, risulta fresco grazie alla presenza della Fontana che reca una lastra marmorea decorata a chevrons, sormontata da un pannello a mosaico su fondo oro.

Nell’arco d’ingresso alla Sala della Fontana, su una volta, sono raffigurate delle creature mitologiche che rappresentano delle divinità olimpiche tra cui Giove, Nettuno, Plutone, Giunone, Mercurio, Venere e Marte. Secondo la tradizione palermitana non si tratta di semplici divinità, ma di diavoli che custodiscono delle monete d’oro nascoste all’interno del Palazzo della Zisa.

Il tesoro fu lasciato da Azel Comel e El-Aziz, arrivati a Palermo dopo esser fuggiti per proteggere il loro amore ostacolato dal padre di lei. Sempre secondo la leggenda, i due giovani amanti fecero costruire il Castello della Zisa appena giunti in città, ma dopo aver appreso che la loro fuga era stata causa del suicidio della madre di El-Aziz, morirono a breve distanza l’uno dall’altro, non prima però di aver affidato ai diavoli la protezione del loro tesoro tramite un incantesimo. Il mito narra che chiunque cerchi di contare l’esatto numero dei diavoli non ci riesca per via del loro continuo mescolamento che impedisce di contarli.

Diverse altre leggende sono legate a questa, come quella secondo la quale il giorno dell’Annunziata (25 marzo) chi fissa per troppo tempo i diavoli della Zisa ad un certo punto li vedrà muovere la coda o storcere la bocca.

O altre secondo cui i giorni di vento intenso a Palermo sono causati dall’uscita dei diavoli dal castello che portano con sé l’aria fresca del palazzo stesso.

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