𝗔𝗽𝗮𝗿𝘁𝗵𝗲𝗶𝗱 𝗰𝗶𝗯𝗲𝗿𝗻𝗲𝘁𝗶𝗰𝗼
Il volto nascosto dell'attuale AI, dietro le narrative di futuri migliori, è quello di una tecnologia il cui sviluppo e impiego è sempre più sovraimplicato dagli interessi economici e dalle strategie geopolitiche internazionali che ne decidono strategie, sviluppi e finanziamenti, mentre la narrativa mainstream ci racconta di algoretiche improbabili o della vita "onlife" del professore che fa la crostata mentre ascolta musica da youtube e legge la ricetta su Dropbox, facendo finta di ignorare il costo di quella crostata: dati e metadati per addestrare macchine, classificare e anticipare ogni comportamento attraverso il profiling. Nel nuovo totalitarismo senza ideologia la parola d'ordine non è più "sorvegliare e punire" ma "motivare e ottimizzare".
«Lo stato di Israele sta usando in maniera sempre più estesa le tecnologie di riconoscimento facciale nei territori occupati della Palestina. È quanto emerge da un nuovo rapporto di Amnesty International, intitolato Apartheid automatizzato, pubblicato il 2 maggio.
In particolare, le autorità israeliane starebbero sperimentando nuove tecnologie di sorveglianza, come il sistema “Red wolf”, per controllare i cittadini palestinesi ai checkpoint militari e ostacolare la loro libertà di movimento. Ma il controllo biometrico di Tel Aviv sui palestinesi va in realtà avanti da anni. Una forma di sorveglianza massiva che ha le sembianze dell’apartheid, con cui l’industria tech israeliana sperimenta le sue nuove tecnologie prima di venderle all’estero.»
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https://www.wired.it/article/israele-riconoscimento-facciale-palestina/