«Immaginate di vivere in una stanza dove dormite a pochi centimetri dal soffitto e a due metri da terra, terza branda di un letto a castello. Immaginate di rimanere chiusi in cella per gran parte della giornata con uno spazio appena sufficiente per muovervi, con altre 3-4-5-6 persone che lo condividono con voi.
E' quello che sta accadendo in molte carceri italiane in maniera sempre più drammatica al crescere del tasso di affollamento.
Lo avevamo già detto qualche giorno fa, la popolazione detenuta ha superato le 62.000 unità, un dato che non si registrava dal tempo della sentenza europea di condanna dell'Italia per trattamenti inumani e degradanti generalizzati.
In particolare al 31 ottobre erano 62.110 i presenti nelle nostre carceri, 2.693 le donne, il 4,3% dei presenti, 19.792 gli stranieri, il 31,9% (un dato quest'ultimo inferiore a quello registrato al tempo della condanna). Continua dunque a ritmo sostenuto la crescita delle presenze in carcere, 248 persone in più nell'ultimo mese, 977 negli ultimi tre mesi, 2.395 negli ultimi 12. Un tasso di crescita che, come dicevamo, ha reso ormai la situazione in carcere invivibile e difficilmente gestibile da un organico fatto da operatori stanchi e in numero inferiore alle esigenze.
Il tasso di affollamento ufficiale è del 121,4%, ma si tratta come sappiamo di un dato falsato dal conteggio, nella capienza del nostro sistema, dei posti in effetti non disponibili, che al 3 novembre 2024 erano ben 4.425. Il tasso di affollamento reale medio è dunque del 133,1%. Ma si tratta appunto di un dato medio.
Gli istituti non sovraffollati sono 35 in tutto, 56 quelli con un tasso di affollamento superiore al 150%, 19 quelli con un tasso di affollamento superiore al 180%.
I più affollati in assoluto sono Milano San Vittore (223%), Brescia Canton Monbello (208%), Grosseto (207%), Foggia (203%), Lucca (202%), Como (198%) e Busto Arsizio (196%).
C'è bisogno di invertire la rotta e di farlo immediatamente.»
@Gert Ho fatto qualcosa del genere. Lo chiamavamo "servizio militare".