I capi d'accusa sono vari, dalla tortura all'abuso di autorità, e coinvolgono 25 agenti penitenziari. Undici di loro si trovano ora agli arresti domiciliari, mentre 14 sono stati sospesi dal pubblico ufficio. Sono le prime conseguenze dell'inchiesta sul carcere di Trapani.
La Procura della città siciliana ha emesso decreti di perquisizione nei confronti di 46 indagati ma, secondo il procuratore Gabriele Paci, sarebbero circa 55 gli agenti coinvolti. Diversi detenuti avrebbero subito maltrattamenti in spazi del carcere senza telecamere.
Una volta installate di nascosto per esigenze di indagine, queste avrebbero registrato le violenze reiterate ai danni dei detenuti, alcuni dei quali con problemi psicologici. Si parla di derisioni, insulti, percosse.
"A volte venivano fatti spogliare, investiti da lanci d'acqua mista a urina. Era praticata violenza quasi di gruppo, gratuita e inconcepibile". In un caso, un detenuto sarebbe stato denudato dagli agenti nell'area per l'isolamento. Sbeffeggiato a causa delle dimensioni dei genitali, sarebbe stato costretto a percorrere il corridoio della sezione completamente nudo. L'episodio avrebbe <<causato un verificabile trauma psichico» al detenuto.
Le violenze, ha spiegato il procuratore, "non erano episodiche", ma "una sorta di metodo per garantire l'ordine". Sarebbero una ventina i casi occorsi tra il 2021 e il 2023. Il quadro che si è presentato agli inquirenti aveva le sembianze di "un girone dantesco. Sembrava di leggere parti dei Miserabili di Victor Hugo".