@oKolobos Mi chiedo allora quale sia il senso di fare la conta delle vittime della propria confessione. Oggi le violenze più gravi, nel mondo cristiano, le subiscono i Testimoni di Geova. Fuori dal mondo cristiano, è gravissima la situazione della Falun Gong.
@oKolobos Credo che sia sempre stato prima un essere umano, e poi un cristiano.
@oKolobos Temo che tu non abbia capito quello che ho scritto. Ho scritto che in contesti come la Nigeria i cristiani sono uccisi, ma uccidono anche.
@oKolobos "La qualifica di cristiano mi pesa", diceva Ernesto Balducci. Io non metto mai nulla davanti alla mia umanità.
@oKolobos Cioè ti interessa sapere quanti sono stati uccisi _perché cristiani_ e non quanti hanno ucciso _perché cristiani_?
@oKolobos Capisco. Sarebbe interessante conoscere le singole storie. Solo in Nigeria, ad esempio, molti cristiani sono uccisi dai musulmani. E molti musulmani sono uccisi dai cristiani. Da ateo, mi interesserebbe sapere se qualche ateo ha ucciso nel 2022 un cristiano da qualche parte del mondo.
@oKolobos Persone cristiane, dunque. La notizia è che nel 2022 nel mondo sono state uccise 18 persone cristiane.
@oKolobos Mi dispiace. Il concetto di "missionario" però mi ripugna. Il proselitismo è antispirituale per essenza.
Whoopi Goldberg got a reputation as an anti-semite for trying to say one simple thing. A black man has different skin than a white man. If a white man is racist towards a black man, there is reason to believe this is because of the colour of his skin. A Jew is white, and in nothing physically different from all other whites, so racism towards him has cultural reasons. Now, this is a reading that can be debated, but it is certainly not anti-semitic.
I am reading Ivan Ilyin, which is fundamental to understanding Putin's fascism. Nothing of his has been translated in Italy. I find in English a book against Tolstoy, "On Resistance to Evil by Force." I am on page 88, where he states that avoiding inflicting suffering on others is "anti-spiritual hedonism."#putin
Insegnavo, vent'anni fa, al ragioneria di Foggia. Mi vedo in una chiara mattina d'inverno, con la mia borsa a mano da professorino, e mi capita di chiedermi come sia stato possibile che, così volontaristicamente attrezzato, mi sia beccato, in quella scuola, un richiamo del preside per come ero vestito - non fossero bastate le crisi isteriche, da studente, del mio professore di matematica: e i suoi lunghi rimproveri a mia madre ai colloqui.
Insegnavo italiano e storia, allora. Avevo il triennio. Non saprei ricordare nove volti su dieci, ma qualcuno s'è salvato, ammesso che possa essere una salvezza per chicchessia restare nella memoria di qualcuno. Tra gli altri, un ragazzino che aveva perso il padre da piccolo. Ma aveva avuto il buon senso, il padre, di scrivere qualche libro, e in questo modo continuava, se così si può dire, ad educare il figlio, che si aggrappava a quelle pagine per cercare un senso. Me li portò, i libri del padre. E li presi, diedi uno sguardo: non mi piacquero. E finirono su uno scaffale.
Lo ritrovai, lo studente, ormai ex studente, anni dopo. Trasformato. Lui ch'era il prototipo del ragazzo da oratorio, sfoggiava ora una mise punk nemmeno troppo straight edge. E dopo le informazioni di rito, la rivelazione: "Professore, tu m'hai plasmato". Che mi gettò nello sconforto.
Un giorno mi capitò, nella sua classe, di fare due passi, fino a casa - abitavamo vicini - con una studentessa. Le dissi, per fare conversazione, che mi pareva di perder tempo; che tutto quel parlare seduto su una cattedra fosse havel havalim, come dire 'na stronzata. Lei sorrise - aveva occhi azzurri grandi quanto una casa. E disse che non ci avevo capito niente. Ché, rivelò, da quando ero nella loro classe tutti si atteggiavano come me, pensavano come me, e qualcuno perfino si vestiva come me, per la gioia del preside.
Il mio narcisismo ne uscì gonfio come una vescica al mattino; ma mi rese pensoso, e non ho mai smesso d'esserlo. Pensoso e imbarazzato.
Ora che ho da decimare la mia biblioteca - uno su cinque, è l'obiettivo, se il cuore regge - mi chiedo che fare di quei libri, al quale lo studente s'aggrappava, e che per me sono solo uno spazio occupato sugli scaffali. Più in generale, mi chiedo che fare di me. Come farmi fuori, senza spargere troppo sangue in giro, per essere il padre di me stesso - perché non puoi essere padre di nessuno senza essere padre di te stesso.
Direttore responsabile di "Educazione Aperta", scrivo quando capita anche su "MicroMega" e "Gli Asini". Ateo sbattezzato, buddhista theravada, anarchico. E nulla di tutto questo.
Vivo a Siena con Xho, nostro figlio Ermes e il cane Mirò Chomsky.