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@Shamar @nilocram @maupao @informapirata @scuola @ItaLinuxSociety @alephoto85 @lealternative @opensource @Framasoft Insegno a Siena. Conosco abbastanza bene gli strumenti didattici open, ma non posso permettermi di pagare. Per me 7 euro a studente sono quasi mille euro all’anno. Tutte le richieste fatte alla scuola sono rimaste lettera morta.

Siamo una società senza più limiti. Lo dimostra, per Mastrocola, il fatto che un bambino, figlio di un suo amico, si è comportato in modo poco educato a casa sua. Il padre “Quando ha recuperato il figlio, ha intervenuto solo a parole, dicendogli di non toccare nulla senza permesso”. Si aspettava evidentemente che lo menasse. Difficile dire se in questa donna difetti di più la logica o la pedagogia. Qui pare a dire il vero che ci sia anche qualche problema di grammatica.

orizzontescuola.it/docenti-agg

@nilocram @maupao @informapirata @scuola @ItaLinuxSociety @alephoto85 @lealternative @opensource @Framasoft Sarebbe importante un servizio che metta a disposizione dei docenti Moodle, per contrastare la presenza nelle scuole di Google e Microsoft.

@LadyofShalott devi cambiare scuola. ho sempre rifiutato di insegnare ai fighetti, anche per i genitori.

@LadyofShalott Il mio compagno di banco si è suicidato a vent’anni. E io ci sono andato vicino.

@LadyofShalott Ma io non sono nemmeno sicuro che siano fragili. Molti di loro hanno una forza che io invidio. E vivono situazioni gravissime.

@LadyofShalott Io provo gioia per il mio lavoro. Che però diventa sempre più difficile. Questa mattina in chat è arrivata la notizia che una studentessa di è tagliata le vene a scuola. Siamo abituati a mettere più o meno in stato di accusa i ragazzi, che pare che siano diventati fragili. Se vai oltre la superficie viene fuori il devastante fallimento del mondo degli adulti.

@oblomov @LadyofShalott Sono d’accordo. Ma allora occorre cambiare radicalmente la scuola. Perché oggi gli studenti fanno undici materie. E nessun essere umano che conosca ha interesse per undici discipline.

@LadyofShalott Non è una cosa tua. Qualunque adulto non è in grado di rispondere a domande di cultura generale riguardanti anche solo il biennio delle superiori. E sono gli stessi che vantano il rigore della scuola di una volta.
In realtà c’è una questione a monte del rigore o meno. Semplicemente la stragrande maggioranza delle cose imparate a scuola vengono dimenticate - rimosse - subito. E questo accade anche se usi la frusta.

@LadyofShalott
Se ti sottoponessi un questionario con domande sui programmi della mia prima, sì e no risponderesti bene a un terzo.

@Martamara@mastodon.uno Basta non avere l’automobile. Io prendo il bus e mi regalo un’ora - tra andata e ritorno - di musica, lettura e relax.

@Atena Immagino che l’uomo medio acquisti un’automobile.
Non sono sicuro però che le donne si limitino a tagliarsi i capelli. Spesso si mettono a dieta, fanno palestra, lavorano sull’autostima. Una collega è diventata completamente un’altra donna.

@Shamar Nella migliore delle ipotesi, ti dicono che lo fanno già. E naturalmente non è vero.

[Qualche osservazione a margine di “La valutazione che educa” di Cristiano Corsini, di cui vorrei fare una recensione.]

Immaginiamo uno studente che abbia voti eccellenti in tutte le discipline. Può essere che abbia un interesse reale per tutte le discipline e per tutti gli argomenti affrontati in tutte le discipline. Non è impossibile; però è raro. Perfino il docente, che si suppone sia appassionato della disciplina che insegna, ammetterà, se è onesto, di non provare la stessa passione per tutti gli argomenti che propone agli studenti. E forse su tutti non è ugualmente preparato; e su alcuni forse le sue lezioni, se fossero valutate numericamente, non raggiungerebbero un cinque.
Possiamo ragionevolmente credere, dunque, che siano pochi gli studenti con un interesse così ampio. Molti di meno di quelli che raggiungono buoni voti in tutte le discipline. Che succede in questo caso? Come fa il nostro studente a prendere comunque otto o nove in tutte le discipline? Semplice: studia anche in mancanza di interesse. Se si dovesse definire la sua competenza, la si potrebbe descrivere così: svolgere qualsiasi compito assegnato, anche in mancanza di interesse, facendo esattamente ciò che viene richiesto. È questo, e non altro, che misura una valutazione eccellente in tutte le discipline. Di che competenza si tratta? La scuola respinge con sdegno l’idea di essere il luogo in cui si prepara al mondo del lavoro. Essa pretende di essere, invece, palestra di pensiero critico. Ma questa competenza è invece esattamente ciò di cui ha bisogno il mondo del lavoro. A dire il vero non tutto. Si pensa troppo male del mondo del lavoro se si ritiene che ovunque servano questi esecutori assoluti, indifferenti al pensiero e all’interesse. Servono tuttavia in alcuni contesti. È questa competenza che si richiede allo stesso docente, ad esempio, quando gli si impone di compilare documenti burocratici assolutamente idioti, inutili, folli.
Dietro una eccellenza diffusa c’è dunque un approccio finto al sapere. Forse perfino una assoluta indifferenza ad esso. C’è un atteggiamento puramente procedurale. La vocazione ad essere, per dirla con Michelstaedter, “un degno braccio irresponsabile della società”. L’esatto contrario del mitico pensiero critico.
Quando prendo una classe nuova spiego agli studenti (poi mi toccherà spiegarlo ai genitori; rinuncio a spiegarlo ai colleghi) che considero desiderabile una curva dei voti altalenante: un 8 seguito da un 6, magari da un 5; e poi ancora un 7. Perché, spiego, è così che funzioniamo. È così che funziona il nostro interesse, che non è ugualmente attratto da tutto, e che non può essere messo fuori gioco in una faccenda che ha a che fare col piacere, come lo studio; ed è così che funzioniamo noi in generale: perché a volte siamo stanchi, o presi da altro, o annoiati. Non siamo macchine che sfornano prestazioni eccellenti. Gli studenti annuiscono, poi qualcuno alza la mano. E mi fa notare che è vero, è verissimo. Ma la società chiede i voti alti. Lasciamo perdere i genitori, con quelli ci si ragiona. Ma le università, ad esempio, tengono gran conto del voto del diploma. E non è che gli si può dire che il professore non aveva grande simpatia per la linea fissa dell’8 o del 9.

@lasiepedimore Non puoi avere la certezza che uno che ammazza una donna lo faccia perché nessuno gli ha insegnato che è sbagliato. Non funziona così.

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