Per buddhisti e jainisti ogni forma di vita va rispettata. Per gli hinduisti le mucche sono sacre. Per i musulmani è sacro il Corano.
Buddhisti e jainisti fanno bene a rispettare le zanzare e le formiche, ma non hanno il diritto di pretendere che tutti facciano altrettanto. Gli hinduisti fanno bene a rispettare le mucche, ma non possono pretendere che chi non è hinduista non le macelli. I musulmani fanno bene a considerare sacro il Corano, ma non hanno il diritto di pretendere che chi non è musulmano faccia altrettanto.
Appunti. Napoli, 2010. Mariarca Terracciano è un'infermiera dell'ospedale San Paolo di Napoli. Lavora, ma gli stipendi non arrivano. Decide così di scioperare. A modo suo: cavandosi ogni giorno una quantità di sangue. Per dire: mi state uccidendo. Muore sul lavoro per un malore poco dopo aver terminato il suo sciopero. Lascia due figli. Su di lei qualche articolo nella stampa locale.
Altrove storie simili hanno dato origine a rivoluzioni.
In moltissime classi, quasi ogni giorno, accadono atti anche gravi che coinvolgono gli studenti. Si va dallo studente che lancia una bottiglia piena contro il compagno a quello che durante la gita scolastica fa sparire l'insulina della compagna diabetica, rischiando di ammazzarla. Tutti questi atti, come è giusto che sia, non finiscono sui giornali. Sono ordinaria amministrazione. Dal momento che non finiscono sui giornali, nessuno ha da ridire se uno studente, anche dopo aver compiuto una cosa grave, viene promosso: e magari anche con un buon voto in condotta. Perché a scuola si valutano i progressi, e se uno studente dopo aver fatto un errore ne è diventato consapevole, la scuola ha raggiunto pienamente i suoi obiettivi educativi. E' successo quest'anno in una delle mie classi: una studentessa sospesa per un fatto grave è cambiata radicalmente nel secondo quadrimestre. E ne abbiamo preso atto. Penalizzarla per la condotta a fine anno avrebbe significato negare un processo in atto: etichettarla, fissarla a quel comportamento sbagliato. Diseducarla.
A quanto pare va diversamente quando a subire un atto più o meno violento è un docente. Che, certo, è un /pubblico ufficiale/. Ma in un contesto educativo tutti dovrebbero avere la stessa importanza, lo stesso diritto al riconoscimento, la stessa intangibilità. Un atto contro compiuto da uno studente contro un altro studente ha esattamente la stessa gravità di un atto compiuto contro un docente.
C'è un paradosso nella discussione pubblica sul caso della docente impallinata. Chi si dice scandalizzato per quella promozione e per quel voto in condotta, rivendica il rispetto dei docenti. Ma lo fa mancando di fatto di rispetto ai docenti di quel consiglio di classe, con la pretesa assurda di sostituirsi a loro nel giudizio, senza nulla sapere delle persone e delle situazioni. #scuola
@alesssia Ovviamente.
@MicheleCal @LaVi Esatto. Quello che manca alla scuola è la filosofia, intesa nel senso autentico: amore per il sapere. Il filosofo antico non era uno che si occupava dei cosiddetti temi ultimi. Era uno che studiava matematica, fisica, grammatica, etica, logica e cercava il filo che tiene insieme tutto.
@LaVi Per la scuola italiana sono capaci. La scuola chiede al docente di insegnare la sua disciplina, non di dialogare con le altre discipline. La stessa organizzazione per dipartimenti favorisce questa percezione. Del resto funziona così anche all'università, anche in Italia. La prima cosa che mi dissero al dottorato fu di specializzarmi il più possibile.
@LaVi Loro sono scusabili. Quello che non è scusabile è che i docenti siano per lo più incapaci di qualsiasi lavoro interdisciplinare.
Un mio libro del 2006. In più di quindici anni questa pagliacciata dei percorsi interdisciplinari agli esami è perfino diventata più grottesca: ora i collegamenti lo studente deve improvvisarli. #scuola
@eb_ale E' una semplificazione, e da docente credo che sia un problema ragionare di scuola per semplificazioni. Se la scuola fosse una gara, allora il discorso avrebbe senso. Ma la scuola non è una gara: è un posto in cui si va per acquisire, tra l'altro, conoscenze e competenze precise. Se il pesce si è iscritto in una scuola in cui si impara ad arrampicarsi sugli alberi, c'è evidentemente qualche problema.
@alesssia Il reMarkable l'ho tenuto d'occhio come alternativa al Boox. Ma ho letto che non è ideale per leggere. In sostanza lo si usa per lo più per prendere appunti a mano.
Siamo fiduciosi nell'esodo dei putiniani italiani. E' meraviglioso avere un posto in cui poter vivere secondo i propri ideali di merda.
@Karamels@nebbia.fail @oblomov @neurob @GustavinoBevilacqua Tutti i locali che si affacciano su piazza del campo, tranne due, appartengono a un magnate kazako che, secondo l'ipotesi della magistratura che sta indagando su di lui, li usa per riciclare denaro sporco. In tutto il centro di Siena è diventato ormai impossibile aprire un qualsiasi negozio, bottega o libreria che non faccia parte di una catena, a causa dei costi insostenibili degli affitti. Se questa tendenza non viene contrastata, il centro storico di Siena, come di altre città d'arte, sarà un perfetto non-luogo.
@alesssia Io lo ricomprerei subito. Ma ho visto che anche il Kobo Elipsa ha funzioni interessanti a un costo minore.
Questa notte Ermes ha pianto a dirotto per i dentini. Notte in bianco o quasi. Mi sono svegliato con un senso di stanchezza che aveva del metafisico. Kai mi son gettato sotto la doccia, mi sono costretto giù per le scale e su per l'autobus. E nell'autobus ho guardato la gente. Mi sembravano tutti strappati dai loro letti, con addosso una stanchezza metafisica. E per un attimo mi è sembrato davvero tutto havel havalim. Perché cazzo lo facciamo? Perché ci siamo gettati in questa impresa? A che pro? Per il bene di chi ci alziamo ogni mattina per andare al lavoro? Perché ci siamo messi a costruire cose su cose? Perché non ce ne stiamo in pace?
Sto rileggendo la "Repubblica" di Platone. M'era sfuggita una cosa. Non sono l'unico a quanto pare cui è sfuggita. La famosa utopia di Platone, quella della società divisa in caste, non è affatto l'utopia di Platone. A Glaucone Socrate propone la sua società ideale. Una società di persone semplici, che vivono una vita frugale, mangiando farro e grano, cipolle e fichi. Ma Glaucone protesta: manca il companatico. E allora Socrate si lancia con la descrizione di una "società malata". Che tanto per cominciare dovrà avere un esercito, perché se vuoi di più devi strapparlo al tuo vicino.
Direttore responsabile di "Educazione Aperta", scrivo quando capita anche su "MicroMega" e "Gli Asini". Ateo sbattezzato, buddhista theravada, anarchico. E nulla di tutto questo.
Vivo a Siena con Xho, nostro figlio Ermes e il cane Mirò Chomsky.