Le teorie cospirazioniste sono spesso generate e sostenute in gruppi (reali o virtuali) con una forte motivazione identitaria. In questi gruppi a orientare le prospettive e ad alimentare le opinioni sono motivazioni che hanno poco o nulla a che vedere con i contenuti o i fenomeni dei quali si discute, è questa caratteristica che rende le comunità cospirazioniste del tutto insensibili alle evidenze.
Detto questo, non so quanto abbia senso far dialogare queste persone con un qualunque sistema di AI, soprattutto se fuori dai contesti di aggregazione dove solitamente si incontrano con obiettivi fortemente identitari.
@scienze

science.org/doi/10.1126/scienc

non credo proprio che dieci minuti su facebook siano come dieci minuti abbracciato al fiasco di vino dell'amico mio contadino 🙂

key4biz.it/social-media-fanno-

Brain health in diverse settings: How age, demographics and cognition shape brain function

doi.org/10.1016/j.neuroimage.2

«L'analisi di centinaia milioni di commenti postati dagli utenti di diverse piattaforme negli ultimi 35 anni mostra che esistono schemi invarianti della "tossicità" on line, un fenomeno che oltrepassa i decenni, le piattaforme e gli argomenti di conversazione»

lescienze.it/news/2024/04/05/n

Di social, processi di censura algoritmica e delle strategie per riprendersi la libertà di usare il linguaggio per comunicare.

open.substack.com/pub/maranga9

Nella relazione con sé è il vuoto, la più subdola delle emozioni, uno degli stati emotivi più attivati nelle società postmoderne, insieme alla paura e alla sorpresa che segue i cambiamenti repentini e spesso imprevedibili. È su questi stati emotivi che fanno leva i progettisti di App e di giochi per smartphone per mantenere l’utente in una condizione di dipendenza (attivazione della DOPA), aumentare il tempo di permanenza e di interazione con i dispositivi per massimizzare le possibilità di guadagno nella mercificazione dei dati generati online e la pianificazione degli investimenti pubblicitari.
ibs.it/hooked-how-to-build-hab

«Our results indicate that the algorithm amplifies emotional content, and especially those tweets that express anger and out-group animosity. Furthermore, political tweets from the algorithm lead readers to perceive their political in-group more positively and their political out-group more negatively. Interestingly, while readers generally say they prefer tweets curated by the algorithm, they are less likely to prefer algorithm-selected political tweets. Overall, our study provides important insights into the impact of social media ranking algorithms, with implications for shaping public discourse and democratic engagement.»

arxiv.org/abs/2305.16941

«Con una prefazione di David Riesman, autore di The Lonely Crowd. Introducendo un nuovo termine nel lessico sociologico: "postemotionalism", Stjepan Mestrovic sostiene che il focus del postmodernismo è stato sulla conoscenza e sull'informazione, e dimostra come le emozioni nelle società industriali di massa siano state trascurate con effetti devastanti. Utilizzando esempi contemporanei, l'autore mostra come l'emozione sia diventata sempre più separata dall'azione; come - in un mondo di emozioni sconnesse e sintetiche - la solidarietà sociale sia diventata più problematica; e come la fatica della compassione abbia sempre più sostituito l'impegno e la responsabilità politica.
Mestrovic discute la relazione tra conoscenza ed emozioni in pensatori diversi come Durkheim, Baudrillard, Ritzer, Riesman e Orwell. Un lavoro stimolante e provocatorio sulla società post-emotiva.»

abebooks.com/9780761951285/Pos

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