I monopoli della AI invocano la cooperazione della cultura pop, cioè il trionfo della cultura di massa, quella dove la vita stessa è ridotta a simulacro, quella delle serie, dei quiz, del pensiero ridotto alle opzioni binarie (SI/NO), dove la cultura diventa sollecitazione immediata, persuasione, seduzione, riduzione a segno (Baudrillard).
Non stupisce che venga cooptata nella "cooperazione" con i monopoli della nuova IA.
La cultura popolare, quella attraverso cui la vita dà forma a sé stessa, è un altra cosa, scomoda e temuta.
Interessante poi il concetto che la cultura, in qualunque sua forma, debba cooperare. Il dissenso, le diverse prospettive sulla vita e sulla cura non sono una opzione.

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Mentre si continua a giocare con le supercazzole della AI che ormai sarebbe andata oltre l'umano, senza peraltro avere la più pallida idea di cosa significhi essere umani, un adolescente di 14 anni si suicida dopo aver per giorni creduto di poter uscire fuori dalla sua sofferenza interagendo con un chatbot AI.
Avete francamente rotto il ca**o.

hdblog.it/tecnologia/articoli/

What the world needs isn't "Artificial Intelligence" but Optimized Computational Methodologies

davidhsing.substack.com/p/what

Fatevi un regalo: passate in libreria e prendetevi almeno questi due testi di Heidegger in italiano. Poi tenete i dispositivi spenti per un paio d'ore al giorno e lasciatevi rivolgere la parola dall'autore.
Nei due testi trovate capitoli dedicati alla riflessione sulla questione della tecnica: il modo con il quale la totalità dell'essere si disvela a noi nell'epoca moderna.

La Tecnica irrompe come unica possibilità di verità e finisce per essere il modo unico con cui noi riteniamo vero o non vero il nostro rapporto con il mondo.

Nel mondo dischiuso dalla Tecnica noi finiamo per comprendere tutto "tecnicamente" perché ogni altra forma di comprensione che non passi per il calcolo e il dispositivo - che non risponda alla chiamata/richiesta della Tecnica - resta spenta, celata.

Molte delle considerazioni di Heidegger, non solo sull'essenza della Tecnica, sono quanto mai attuali. Non è un autore con il quale sia facile relazionarsi, ma la maggioranza delle persone che lo criticano o ne rendono una immagine caricaturale oggi non lo hanno mai studiato (perché faticoso) né tantomeno compreso.

Ciò che rifiuto della sua prospettiva sulla Tecnica è la risposta, che secondo Lui dovrebbe passare per la Gelassenheit (l'Abbandono). Su questo mi sento invece molto più vicino alla prospettiva di Günther Anders, rispetto alla necessità di assumere una posizione più attiva contro quegli aspetti della Tecnica che rischiano di chiudere ogni altra possibilità d'essere.

Un elenco di agenti e robot IA da bloccare.
Un elenco aperto di web crawler associati alle società di intelligenza artificiale e alla formazione di LLM da bloccare.
Chi può è invitato a contribuire e implementare questo elenco sul proprio sito.

github.com/ai-robots-txt/ai.ro

«Se vuoi sapere cosa fa un elettrone, dimenticati di lui e pretendi che al suo posto ci sia un'onda. Calcola dove va l'onda e là troverai l'elettrone.»
---[Nevill Francis Mott, Nobel per la fisica 1977]

Parafrasando, potremmo dire oggi: se vuoi sapere cosa fa la AI, dimenticati di lei e pretendi che al suo posto ci siano dei capitali. Calcola dove vanno i profitti di quei capitali e là troverai la AI.

Si sono giocati tutto sul mercato di una specifica AI che, a fronte di ricavi potenziali notevoli, ha l'inconveniente di far saltare sia lo stato sociale sia l'ambiente. Non potendo tornate indietro ora sperano che i problemi verranno risolti dalla AI.

Della serie: supponiamo che questa tecnologia sia magica fino all'onnipotenza e che agisca in un sistema hamiltoniano a costo zero...
La follia.

È la tipica scommessa che è costretto a rilanciare chi ha fatto enormi investimenti giocandosi anche soldi degli altri e risorse pubbliche. Queste organizzazioni ragionano orientate a interessi personali ma si rivolgono all'umanità parlando di interessi globali. Sono le stesse con le quali dovremmo negoziare prospettive globali 🖕

x.com/tsarnick/status/18424016

La trasformazione delle macchine in soggetti è un dispositivo che consente di lasciare in ombra, fino a farli sparire del tutto, problemi come il consumo energetico, lo sfruttamento e il controllo delle persone, l'emergenza dei monopoli e la conseguente riduzione della concorrenza, l'elusione fiscale, l'impiego bellico...
Fuori dalla narrativa sulla AI generata dai team di ricerca dei monopoli (Google, OpenAI etc...) il resto della comunità scientifica porge tutt'altra prospettiva.
ru.nl/en/research/research-new

Ogni progetto di controllo sulla AI non può che essere illusorio perché la Tecnica apre già da sempre un orizzonte preformattato e chiuso di possibilità di pensare e di essere. Nelle sue forme attuali la AI ha una natura autopoietica: produce se stessa, è orientata unicamente alla sua evoluzione ed ha delle esigenze non subordinate a nessun altro sistema.
Nell'attuale contesto, attraverso la AI, il sistema economico, quello finanziario, quello delle comunicazioni e quello dell’informazione si sono fusi/integrati in un unico sistema: quello del simulacro, un archisistema totalitario del tutto privo di soggettività nel quale regna un'anonimità che non consente più di individuare né soggetti né delle responsabilità. La forma attuale della Tecnica, attraverso l'intelligenza artificiale, si porge come una "führung ohne führer" dei processi economici, sociali e relazionali contro la quale non si ha più alcuna presa perché anonimi e dotati di una autonoma dinamicità. Nell'archisistema la politica, la socialità e le persone implodono. Qualunque altro sistema che non si pieghi alla sua logica, che non si lasci colonizzare dal codice (Baudrillard), viene travolto a meno che non si inizi a decostruire quelle ovvietà tanto alla moda sulla AI passate oggi come inevitabili e naturali e non come aspetti storici e culturali.
@scienze

Intercettati casi di PTSD (disturbo da stress post-traumatico) con il machine learning applicato ai post pubblicati su Twitter.
@scienze

nature.com/articles/s41598-024

How to Build the Virtual Cell with Artificial Intelligence: Priorities and Opportunities
@scienze

arxiv.org/abs/2409.11654

Come al solito il prof. Vittorio Gallese riesce a donare una occasione rara e preziosa per riflettere su scienza e cultura elevandosi oltre i bias alimentati da logiche di dominio e mercato.
@scienze

youtube.com/watch?v=ripHs9a30u

"This article argues that the current hype surrounding artificial intelligence (AI) exhibits characteristics of a tech bubble, based on parallels with five previous technological bubbles: the Dot-Com Bubble, the Telecom Bubble, the Chinese Tech Bubble, the Cryptocurrency Boom, and the Tech Stock Bubble. The AI hype cycle shares with them some essential features, including the presence of potentially disruptive technology, speculation outpacing reality, the emergence of new valuation paradigms, significant retail investor participation, and a lack of adequate regulation."
@scienze

papers.ssrn.com/sol3/papers.cf

Le teorie cospirazioniste sono spesso generate e sostenute in gruppi (reali o virtuali) con una forte motivazione identitaria. In questi gruppi a orientare le prospettive e ad alimentare le opinioni sono motivazioni che hanno poco o nulla a che vedere con i contenuti o i fenomeni dei quali si discute, è questa caratteristica che rende le comunità cospirazioniste del tutto insensibili alle evidenze.
Detto questo, non so quanto abbia senso far dialogare queste persone con un qualunque sistema di AI, soprattutto se fuori dai contesti di aggregazione dove solitamente si incontrano con obiettivi fortemente identitari.
@scienze

science.org/doi/10.1126/scienc

Non esistono oggetti in astratto (categorie) - fuori da un mondo di senso e significati per qualcuno - senza un'apertura verso possibilità d'essere che ci riguardano, ce lo ha insegnato la fenomenologia. Questi studi in neuroscienze indicano esattamente la stessa cosa. Entrambe le prospettive dovrebbero far ripensare tutte le fantasie su una intelligenza puramente razionale, capace solo di calcolare e categorizzare. Il digitale è parte della vita, ma la vita non è digitale, nemmeno un poco.

«Our work reveals a multidimensional framework that is consistent with the rich and diverse behavioral relevance of objects. This ultimately explains our broad range of human behaviors better than the categorization-focused approach, and this in turn is crucial for understanding how we perceive and interact with our visual world in a meaningful way»
@scienze

cbs.mpg.de/2272835/20240909?c=

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