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RT @carlogubi
"Abbiamo ragione da vent'anni. La contestazione al G8 del 2001 nelle lotte sociali del 2021". Un libro per capire la concretezza delle utopie altermondialiste, che possono salvarci dalle pandemie e dalle crisi climatiche. Scritto da me, illustrato da Biani. Leggetelo, poi ditemi.

Questi si sono inventati una società simulata impiegando LLMs, parlando dei comportamenti come fossero il risultato di elaborazioni astratte e veicolate attraverso il linguaggio. Negli umani le strutture neurali implicate nel linguaggio sono inscritte nella corteccia motoria, il linguaggio stesso è espressione di corpi emotivamente situati, tant'è che quando non riusciamo a descrivere dei vissuti facciamo riferimento a modi di percepirci nei corpi: agire a sangue freddo, avere naso per le questioni... infiniti modi di dire, di parlar di sé e degli altri che presuppongono senso e significati già presenti in corpi situati.
Questa è una delle tante derive che può prendere una prospettiva computazionale quando pretende di spiegare la vita.
Generative Agents: Interactive Simulacra of Human Behavior.

arxiv.org/abs/2304.03442

Il prof. Vittorio Gallese, è stato uno degli insegnanti che ha avuto più influenza nella mia formazione professionale e culturale. In questa video conferenza, il ruolo della "embodied simulation" nei processi cognitivi.
youtube.com/watch?v=QK8GQy864Y

The philosophy of wine
Barry Smith, Director of the Institute of Philosophy at the School of Advanced Study, talks about the philosophy of wine.

joinexpeditions.com/exps/987

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“L’IA est une technologie produite dans le capitalisme par le capitalisme, elle n’a pas vocation à « agir de façon responsable ». Les discours hyperboliques autour de l’IA ont pour objectif de dissimuler ces faits derrière un récit de progrès et de science.”

mediapart.fr/journal/economie-

"l’arte è morta perché è diventata figlia di una cultura autoreferenziale del numero e del consenso"

doppiozero.com/lia-pensa-e-noi

«È all'atto del cambiamento che rinunciamo - se è possibile dirlo - all'investimento melanconico che non conosce la rassegnazione poiché non accetta la perdita e neanche impara a conviverci. Talvolta sono proprio i luoghi condivisi con chi ci lascia per sempre a diventare le gabbie idealizzate di cui diventiamo prigionieri. Cambiare vuol dire dunque muoversi, spostarsi, spaesarsi per incontrare il noi stessi che è sopravvissuto all'altro e che vive senza.»

@AbdelMadjid_Meziane l'unico modo per "migliorare la vita di tutti i giorni" è spegnere i dispositivi, ricomporre i legami e prendersi il tempo per sostenere domande senza la fretta di trovare subito delle risposte 🙂

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