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A parte che sembra aver saltato completamente le previsioni per il segno del Capricorno... ancora.con questa favoletta del dover dare una etica agli algoritmi? L'etica riguarda e interpella gli umani, non le macchine. Riguarda le scelte militari di impiego della AI per automatizzare e ottimizzare strategie di distruzione (Lavender) dominio e controllo, riguarda l'imposizione di ritmi e logiche sul posto di lavoro che mentre aumentano fatturati dei padroni impattano pesantemente sulla salute dei lavoratori, riguarda la responsabilità nel redigere e pubblicare informazioni e opere editoriali nate da un reale rapporto con la vita, riguarda la cura di progetti educativi che non riducano la cultura ad informazione...

ilfattoquotidiano.it/2024/04/2

Qualunque tecnologia, inserita in una opportuna metodologia, può tornare utile per “condizionare” pesantemente le opinioni di persone sradicate e non più abituate a una presenza a sé. Non ultimo poi, il fattore culturale. L’accoppiata micidiale sarà l’AI nei contesti social (Metà, X, Instagram, LinkedIn…)
La AI, quella che sta andando per la maggiore, ha già formattato il modo di pensare di milioni di persone nel momento in cui viene offerta per essere consumata, non per essere compresa e scelta consapevolmente.
Usare/consumare AI oggi, per la maggior parte delle persone, significa prendere posto in una gerarchia sociale (economica, professionale, politica, finanziaria…) pre-formattata da un codice del dominio invisibile e non messo a tema.
In tema di norme e regolamentazioni (AI Act), più dei “guard rail” sono le destinazioni delle “autostrade” il problema. Il punto è dove vogliamo andare, chi vogliamo essere, che tipo di società, di mondo, di vita vogliamo generare, se e quanto le persone sono invitate a partecipare nella scelta delle destinazioni e non solo sulla consistenza dei guard rail.

repubblica.it/tecnologia/2024/

«Il senso del tatto è, secondo Barthes, "il più demistificante dei nostri sensi, al contrario della vista che è il più magico". [•••] Dinnanzi all'elevato, noi arretriamo con un senso di riverenza. Preghiamo a mani giunte. Il senso del tatto annulla la distanza. Lo stupore gli è estraneo. Esso demistifica, profana il proprio interlocutore, gli toglie l'aura...»
---[Byung-Chul Han, Le non cose, pag 24]

When Will the GenAI Bubble Burst?
Why and how it could happen in the next 12 months.

garymarcus.substack.com/p/when

Nell'articolo:
"...risk from models that intentionally try to subvert safety mechanisms"

Dunque i modelli avrebbero intenzioni! Ed io che ho sempre pensato fossero i finanziatori dello sviluppo di modelli e dispositivi ad avere intenzioni!... Che ingenuo che sono! 🙂

lesswrong.com/posts/kcKrE9mzEH

In una chat di amici pazzi, si discuteva sulle dichiarazioni di un consulente della Casa Bianca che spiegava come gli USA avessero boicottato tutti i tentativi di negoziazione tra Russia e Ucraina piegando la storia verso una pericolosa guerra.
Ad un certo punto il correttore automatico di uno rivela un lapsus magnifico: "...nella stanza dei bottini" (ma lui aveva digitato "bottoni") 😂
Direi la prova delle prove che le macchine non solo "pensano" ma hanno persino un inconscio che ci percula 😂

Questa è notevole.
Una ricerca sul ruolo dell’attività di routine del "tocco di sé" (autopercezione) nell'infante è fondamentale per stabilire una rappresentazione del corpo proprio e sposta la dinamica di sviluppo dell’autoconsapevolezza umana radicandola nell’azione autodiretta.
La percezione/consapevolezza di sé è a fondamento della consapevolezza del mondo esterno.
L'attuale AI è tutta costruita non solo su un modello superato della organizzazione nervosa - vedi la critica della Hurley al 'sandwich model of the mind' - ma è orientata esclusivamente (e non potrebbe essere diversamente) alla percezione di dati esterni.
La solita canzoncina (ripetuta anche da Cristianini) secondo cui la AI non va intesa in senso umano diventa chiaramente manipolatoria. Non si capisce perché dovremmo continuare a chiamare "intelligenza" ciò che più autenticamente è solo "automazione".

sciencedirect.com/science/arti

Una immagine che avevo elaborato molti anni fa per usarla come sfondo desktop. Le righe di codice in C sono parte di un programma che avevo realizzato per delle simulazioni con reti neurali artificiali.

Sulla AI ormai si è formata una sorta di setta dai dogmi indiscutibili. Ogni volta che azzardi non dico una critica ma almeno un ragionamento si alza il muro del rifiuto, prima ancora di aver capito di cosa stai parlando: la prospettiva della ragione ridotta a calcolo non si discute. Mi chiedo dove mai fossero tutti gli attuali esperti di AI fino ad un paio di ani fa, quando le mode e il business giravano intorno ad alte buzword e supercazzole quantistiche.

AI WAR
Le aziende della Silicon valley cercano di vendere al governo statunitense le tecnologie che sono alla base dell’intelligenza artificiale.
L’inchiesta di Andrew Cockburn su Harper's Magazine​.

harpers.org/archive/2024/03/th

La competenza linguistica formale (ottenere la forma corretta del linguaggio) e la competenza linguistica funzionale (usare il linguaggio per muoversi e raggiungere obiettivi nel mondo) sono abilità cognitive distinte.

cell.com/trends/cognitive-scie

UNA-RIGA-SÌ-UNA-NO altrimenti non ha senso ma le macchine non lo capiscono!

"...proposta di scrittura per comunicare senza essere comprensibili dalle AI generative come Chat-GPT o Gemini: un inedito !de-machine storytelling, un gesto provocatorio e irriverente che invita alla riflessione su un’evidente speculazione a senso unico che vede gli umani alimentare le ‘intelligenze’ artificiali degradandosi culturalmente e senza ricevere molto in cambio, se non una sensazione di comodità e piacere rispetto ad una serie di incombenze da realizzare; un rapporto, quindi, squisitamente ‘tossico’ e che andrebbe necessariamente riequilibrato (da un punto di vista economico in primis)."

scaccoalweb.wordpress.com/2024

La chiave per superare il lutto e la perdita, dopo aver accolto la tristezza e la mancanza condividendola con chi ci ama, è tornare a generare vita aprendo nuove prospettive e possibilità d'essere, un movimento difficile da compiere quando si rimane bloccati nel passato. In questo la AI cosiddetta generativa rischia di accompagnare le persone verso lutti complicati difficili da superare.

theconversation.com/ghostbots-

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