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Tè Bancha, è un piacere anche solo prepararlo.

Raccolta illecita di dati personali, il Garante Privacy italiano ha stoppato

«Ma forse quest’istituzione e questo desiderio non sono altro che due risposte opposte ad una stessa inquietudine: inquietudine nei confronti di ciò che il discorso è nella sua materiale realtà di cosa pronunciata o scritta; inquietudine nei confronti di quest’esistenza transitoria, destinata magari a cancellarsi, ma secondo una durata che non ci appartiene; inquietudine nell’avvertire dietro a questa attività, pur quotidiana e grigia, poteri e pericoli che si immaginano a stento; inquietudine nel sospettare lotte, vittorie, ferite, dominazioni, servitú attraverso tante parole, di cui l’uso ha ridotto da sí gran tempo le asperità.
Ma che c’è dunque di tanto pericoloso nel fatto che la gente parla e che i suoi discorsi proliferano indefinitamente? Dov’è dunque il pericolo?»
—[Michel Foucault, L’ordine del discorso, Einaudi]

In una breve sessione con il sistema ChatGPT ho provato a fare tre domande.

Prima di tutto: “cosa si intende per mondo?”
La risposta del sistema: “…l’insieme di tutte le cose che esistono, compresi gli esseri umani, gli animali, le piante, le cose inanimate, l’ambiente e l’universo.” indica già quale sia la prospettiva con la quale è stata progettata.
Il “mondo” per ChatGPT non è l’orizzonte delle possibilità d’essere, la rete di senso e significato che si apre in ogni istante per l’umano, nel quale è invitato a prendere posto, ad agire e sentire insieme agli altri, ma un insieme di entità/cose ciascuna delle quali può essere etichettata, classificata, misurata, calcolata, manipolata…

A partire da questo modo di concepire il mondo, non sorprende la risposta alla seconda domanda: “cosa si intende per precomprensione di una parola o di una frase?”
Se il mondo è una collezione di oggetti, di cose, di corpi nello spazio e non di possibilità d’essere, ebbene la precomprensione di una parola o di una frase non può che essere una pre-elaborazione, un atto cognitivo/riflessivo (l’io penso cartesiano) che ordina e dà senso a quel mondo in sé privo di significato. ChatGPT non conosce né può concepire la precomprensione come fenomeno nel quale l’umano sente e attua un significato prima ancora di portarlo in un discorso o in una operazione logica e razionale.
Nella vita vissuta la comprensione di un oggetto implica sempre la tacita precomprensione dell’intero orizzonte dei rimandi al cui interno l’oggetto diventa significativo e fruibile per l’umano. All’interno di quell’orizzonte alcune possibilità d’essere – agire, pensare e sentire – potranno apparire, altre resteranno occultate.

Infine, la domanda: “cosa è una emozione?”
Se il mondo è una collezione di oggetti, entità ecc… che sta li fuori allora una emozione non può che essere “…una reazione psicologica intensa e immediata a uno stimolo”.
Il sistema non può concepire l’emozione in quanto modo integrale del vivente di sentirsi posizionato, in relazione a sé, agli altri e al contesto, già originariamente significato, già da sempre articolazione di senso che prende forma dal modo stesso in cui viene attuata tacitamente l’esistenza.

È evidente quale prospettiva sulla vita e sul mondo è a fondamento di ChatGPT: quella che da Leibniz e Kant arriva a noi passando per Fichte, Hermann von Helmholtz, Hermann Ebbinghaus, William James, Ewald Hering… Il fondamento di questa prospettiva, sinteticamente, è:

  • separazione netta tra mondo e soggetto
  • sensazioni prive di ordine, forma ed estensione
  • solo le intuizioni pure ordinano il mondo caotico
  • la messa in forma categoriale dei dati offerti dalla sensibilità consente di riconoscere gli oggetti del mondo, e di orientarsi

Questa prospettiva non è né scontata né universale, ma viene tacitamente data come unica e universale perché si presta a realizzare sistemi come e a stabilizzare, calcolare e prevedere l’umano adattato al sistema.

Questa è la più pericolosa operazione di colonialismo che l’occidente sta realizzando a spese non più di una minoranza etnica lontana ma sulla pelle di ogni essere umano che non si adatterà alla prospettiva aberrante del profitto, della competizione e dell’ homo oeconomicus.

Più ci allontaniamo dalla vita vissuta - dal Leibe - per perderci negli spazi astratti, più la vita vissuta viene colonizzata da definizioni astratte ed arbitrarie nelle quali far entrare tutto e il contrario di tutto.

Si invoca l’economia e le necessità di far quadrare i conti, ma alla fine è sempre ai più poveri che si chiede di sostenere i sacrifici:

«Mentre i decessi prima dell’età pensionabile rimangono relativamente rari, Ulysse Lojkine osserva invece che i decessi nei dieci anni successivi al pensionamento sono più frequenti. Questo fenomeno riguarda poco meno di due francesi su dieci, secondo i calcoli dell’economista. Ma questa media nasconde anche notevoli disparità. Le classi lavoratrici sono ancora una volta le più colpite, come illustra questo altro grafico.»
—[fonte: francetvinfo.fr/economie/retra]

Star Trek era la mia serie quando ero studente a fisica. Volevo fare l’astrofisico. Non sono mai diventato un fisico, cambiai facoltà per poter lavorare e studiare insieme senza sentirmi dire chi essere e cosa fare dai miei. Maestro di evasioni già all’asilo, non ho mai sopportato né ordini né costrizioni. Oggi, nel seguire le serie dedicate al Picard, mi fa strano incontrare una parte di me. Uno crede di sapere chi è, ma non sa mai chi potrebbe accadergli di essere.

Start a new lecture:

“The Black Box Society: The Secret Algorithms That Control Money and Information”
(Frank Pasquale - Harvard University Press)

«Every day, corporations are connecting the dots about our personal behavior-silently scrutinizing clues left behind by our work habits and Internet use. The data compiled and portraits created are incredibly detailed, to the point of being invasive. But who connects the dots about what firms are doing with this information? The Black Box Society argues that we all need to be able to do so-and to set limits on how big data affects our lives. Hidden algorithms can make (or ruin) reputations, decide the destiny of entrepreneurs, or even devastate an entire economy. Shrouded in secrecy and complexity, decisions at major Silicon Valley and Wall Street firms were long assumed to be neutral and technical. But leaks, whistleblowers, and legal disputes have shed new light on automated judgment. Self-serving and reckless behavior is surprisingly common, and easy to hide in code protected by legal and real secrecy. Even after billions of dollars of fines have been levied, underfunded regulators may have only scratched the surface of this troubling behavior. Frank Pasquale exposes how powerful interests abuse secrecy for profit and explains ways to rein them in. Demanding transparency is only the first step. An intelligible society would assure that key decisions of its most important firms are fair, nondiscriminatory, and open to criticism. Silicon Valley and Wall Street need to accept as much accountability as they impose on others.»

😂 con la tecnica a curvatura quantistica, riusciamo a spostare 25 Euro dal vostro portafoglio al nostro 😂😂😂

Forse sarà una cosa stupida, comunque, pensavo questo: se algoritmi e sistemi di IA fossero sviluppati dalle persone per le persone, se fossero il frutto di cooperazione in vista del bene comune invece che il risultato di una prospettiva che mira al profitto, al dominio e al controllo, quella dell’egoismo al ribasso, forse avremmo molti meno problemi sia di privacy sia di conflitti, perché ciascuno aprirebbe la porta di casa nella consapevolezza che il suo piccolo contributo vale quello di milioni di altri esseri umani nella cura della vita e del bene comune. In fondo è quello che già facciamo con Linux quando diamo il consenso all’invio di dati alla comunità di sviluppatori sull’uso che facciamo della macchina.
Il problema è sempre stato, è e sarà sempre più politico, per questo la narrativa dominante sulla IA è gonfia di effetti speciali e supercazzole transumaniste da videogioco.
Buona giornata, car@

Per quelli che “l’indipendenza è tutto”: siamo sempre tutti inter-dipendenti; a fondamento di ogni vita ci sono tante alterità. Il vero lavoro sta nel saper generare, sostenere e curare inter-dipendenze sane e lasciar andare quelle insane.

Tenugui con la poesia di un grande maestro di spada. Ormai vecchio, la scrisse poco prima di andare:
“Bodhidharma non si volta. Abbraccio con tutto me stesso l’arte della spada. Nel momento di andare a morire io non ho paura”

Questo è il periodo in cui inizio a sentire forte il desiderio del mare.

Visto l’entusiasmo con il quale è partita la campagna di colonizzazione delle scuole da parte di ChatGPT, mi sono divertito a fare direttamente al nuovo oracolo alcune domande sull’uso del sistema di IA nelle scuole.
Potete voi stessi leggere le mie domande e le “sue” risposte nella immagine che allego.

Alla domanda se ChatGPT può essere usata nelle scuole risponde affermativamente (ovvio, basta fare degli abbonamenti, tu dare denaro io dare cammello) e spiega anche il perché.

Quando poi però passo a chiedere se esistono studi in neuroscienze che hanno verificato gli effetti del sistema nelle scuole dice che non ci sono attualmente studi che ne hanno verificato gli effetti.

Chiedo di nuovo di indicarmi a quali fasce di età ChatGPT può essere usato nelle scuole, e qui trova almeno il buon senso di escludere la fascia 6-10 anni. L’avrei affondata se avesse incluso quella fascia, dal momento che invece io sono a conoscenza di diversi studi in neuroscienze che hanno mostrato gli effetti negativi o quantomeno hanno alzato degli alert nell’impiego del digitale in quella fascia di età.

Ma, ancora, quando chiedo di indicarmi se esistono studi in neuroscienze che hanno verificato in quali fasce di età è più indicato l’uso di sistemi come ChatGPT nelle scuole, la risposta è che tali studi non esistono.

A voi invece chiedo: quale imbecille patentato può ritenere affidabili le risposte affermative sull’uso di un sistema di IA nelle scuole quando lo stesso sistema afferma che non ci sono studi al riguardo che ne abbiano verificato gli effetti?

È evidente quale motore fa muovere tutta questa macchina di supercazzole su ChatGPT e la IA: gli interessi economici in gioco sostenuti in parte da compari in affari in parte da incoscienti che si lanciano in previsioni futuristiche senza avere alcuna competenza sulle questioni in gioco ma solo perché a loro piace tanto giocare con la tecnologia e la fantascienza.

Io intanto ho definitivamente deciso che ne ho abbastanza, è tempo perso.

Un caro saluto e buona giornata, car@ ❤️

Esistere è essere già sempre aperti a… essere in rapporto con… essere presso di… è anche contemporanea apertura di volta in volta a sé stessi. Il mio corpo è il luogo in cui ogni volta si attualizza l’apparire del mondo e il mio sentirmi vivere. Il mio corpo si impadronisce del suo esserci, lo agguanta in un’unica presa mentre si riflette nelle cose del mondo.
Ogni sensazione, ogni percezione, ogni emozione è contemporaneamente un emergere e uno sparire, è già dissolta nel momento del suo accadere.

«Ma per noi sentire è svanire; ah, noi ci esaliamo, sfumiamo; di brace in brace buttiamo odore più lieve.»
—[Rilke, II Elegia]

Ei Wada e la sua Braun Tube Jazz Band al Sonar+D. Improvvisazioni noise, tra vecchi televisori catodici.

«La parola è un virus. Forse il virus dell’influenza era un tempo una cellula sana. Ora è un organismo parassita che invade e danneggia il sistema nervoso centrale. L’uomo moderno non conosce più il silenzio. Prova a interrompere il discorso subvocale. Prova dieci secondi di silenzio interiore. Incontrerai un organismo resistente che ti impone di parlare. Quell’organismo è la parola.»
—[William S. Burroughs]

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